Sono arrivato a Nordkapp!
E ora, la curiosità più grande: avrò visto decine se non centinaia di foto, piene di motociclisti in posa sotto quel globo di ferro. Ma chissà com'è vederlo invece dal vivo, con lo sfondo del paesaggio, in mezzo alle altre persone, con il rumore del vento...
Riprendo la moto lasciata per un attimo sotto all'imponente divieto di sosta, ma tanto non c'è nessuno, e mi avvicino a una specie di casello autostradale.
Un biondissimo e sorridente ragazzo con gli occhiali mi da il ben arrivato: il biglietto per entrare costa 31€ e vale 48 ore. Se voglio, posso dormire nel parcheggio montando la tenda. In realtà, visto il prezzo sto pensando di lasciare la moto fuori ed entrare a piedi facendo il giro largo, ma via, con quello che ho speso per arrivare qui, posso anche lasciargli questi 30€.
Il ragazzo è svedese e lavora qui per la stagione estiva. La paga è buona e durante la sera riesce a studiare con calma, in città.
Finalmente, quel parcheggio. Lascio la moto nel primo buco, non cavo nemmeno casco e guanti: tira un vento gelido! Mi dirigo subito verso il promontorio, e scorgo il globo d'acciaio: sono le 17:30 e non c'è molta gente, forse anche per colpa del tempo.
Sono lì, a pochi metri da quella inutile palla a picco a sul mare. Mi appoggio ad una ringhiera, sospiro: il panorama è fantastico! Il vento forte e il freddo lo rendono ancora più mite e succulento come un premio.
Arrivo fin sotto al globo, è più grande di quel che pensassi. Scelgo dove appiccicare il mio adesivo e poi mi ricollego al mondo reale: "merda, ma io mi ero messo in strada cercando la guesthouse e non l'ho incrociata!"
O ero troppo emozionato, oppure il cartello a Honningsvag era sbagliato...
Mi si avvicina una coppia sulla quarantina: sono di Mantova e hanno notatola bandiera italiana nel mio gilet. Non ci conosciamo ma siamo già amici, ci raccontiamo un po' dei nostri viaggi e poi ci lasciamo con un arrivederci, perchè il mondo è piccolo.
Ritorno alla moto per rimettermi in strada alla ricerca dell'ostello. A quest'ora, per ogni moto che se ne va ce ne sono 3-4 che arrivano.
Ripercorro all'indietro i fantastici 35 chilometri fino in città. Con l'aiuto del GPS del cellulare riesco a localizzare la "Northcape Guesthouse", arrivo all'indirizzo specificato ma non c'è nulla, solo una normale casa. Guardo il campanello, ma non è indicato nulla. Faccio più giri a vuoto, la strada è molto vicina alla parallela e non capisco quale sia quella corretta. Ripercorro le due vie su e giù diverse volte, poi noto l'ufficio informazioni e chiedo lì: in realtà non c'è nessun cartello, e la casa è proprio la prima in cui mi sono fermato!
Suono il campanello, e dopo qualche minuto scende una ragazza dai lineamenti baltici, piuttosto scazzata. Le spiego che sarebbe più facile trovare l'ostello se mettessero almeno un'etichetta sul campanello, ma mi risponde dicendomi che, se siamo in due, la mia prenotazione non è valida.
"Perchè dovremmo essere in due, se ho prenotato un posto letto per due notti?"
La risposta è sconcertante: "Perchè nessuno, solitamente, dormo qui per più di una notte. Comunque abbiamo un solo letto a disposizione, pertanto si può accomodare."
La camera è piccola e c'è un solo minuscolo bagno per sette persone, ma andrà bene. Sarà invece più difficile condividere l'appartamento con i quattro scalmanati figli di una coppia finlandese, ma per ora mi limito ad una veloce doccia con altrettanto rapida cena per poi tornare sulla rupe per la serata...
E ora, la curiosità più grande: avrò visto decine se non centinaia di foto, piene di motociclisti in posa sotto quel globo di ferro. Ma chissà com'è vederlo invece dal vivo, con lo sfondo del paesaggio, in mezzo alle altre persone, con il rumore del vento...
Riprendo la moto lasciata per un attimo sotto all'imponente divieto di sosta, ma tanto non c'è nessuno, e mi avvicino a una specie di casello autostradale.
Un biondissimo e sorridente ragazzo con gli occhiali mi da il ben arrivato: il biglietto per entrare costa 31€ e vale 48 ore. Se voglio, posso dormire nel parcheggio montando la tenda. In realtà, visto il prezzo sto pensando di lasciare la moto fuori ed entrare a piedi facendo il giro largo, ma via, con quello che ho speso per arrivare qui, posso anche lasciargli questi 30€.
Il ragazzo è svedese e lavora qui per la stagione estiva. La paga è buona e durante la sera riesce a studiare con calma, in città.
Finalmente, quel parcheggio. Lascio la moto nel primo buco, non cavo nemmeno casco e guanti: tira un vento gelido! Mi dirigo subito verso il promontorio, e scorgo il globo d'acciaio: sono le 17:30 e non c'è molta gente, forse anche per colpa del tempo.
Sono lì, a pochi metri da quella inutile palla a picco a sul mare. Mi appoggio ad una ringhiera, sospiro: il panorama è fantastico! Il vento forte e il freddo lo rendono ancora più mite e succulento come un premio.
Arrivo fin sotto al globo, è più grande di quel che pensassi. Scelgo dove appiccicare il mio adesivo e poi mi ricollego al mondo reale: "merda, ma io mi ero messo in strada cercando la guesthouse e non l'ho incrociata!"
O ero troppo emozionato, oppure il cartello a Honningsvag era sbagliato...
Mi si avvicina una coppia sulla quarantina: sono di Mantova e hanno notatola bandiera italiana nel mio gilet. Non ci conosciamo ma siamo già amici, ci raccontiamo un po' dei nostri viaggi e poi ci lasciamo con un arrivederci, perchè il mondo è piccolo.
Ritorno alla moto per rimettermi in strada alla ricerca dell'ostello. A quest'ora, per ogni moto che se ne va ce ne sono 3-4 che arrivano.
Ripercorro all'indietro i fantastici 35 chilometri fino in città. Con l'aiuto del GPS del cellulare riesco a localizzare la "Northcape Guesthouse", arrivo all'indirizzo specificato ma non c'è nulla, solo una normale casa. Guardo il campanello, ma non è indicato nulla. Faccio più giri a vuoto, la strada è molto vicina alla parallela e non capisco quale sia quella corretta. Ripercorro le due vie su e giù diverse volte, poi noto l'ufficio informazioni e chiedo lì: in realtà non c'è nessun cartello, e la casa è proprio la prima in cui mi sono fermato!
Suono il campanello, e dopo qualche minuto scende una ragazza dai lineamenti baltici, piuttosto scazzata. Le spiego che sarebbe più facile trovare l'ostello se mettessero almeno un'etichetta sul campanello, ma mi risponde dicendomi che, se siamo in due, la mia prenotazione non è valida.
"Perchè dovremmo essere in due, se ho prenotato un posto letto per due notti?"
La risposta è sconcertante: "Perchè nessuno, solitamente, dormo qui per più di una notte. Comunque abbiamo un solo letto a disposizione, pertanto si può accomodare."
La camera è piccola e c'è un solo minuscolo bagno per sette persone, ma andrà bene. Sarà invece più difficile condividere l'appartamento con i quattro scalmanati figli di una coppia finlandese, ma per ora mi limito ad una veloce doccia con altrettanto rapida cena per poi tornare sulla rupe per la serata...
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