Tappa 7: si passa in Francia.
essì, oggi è il giorno in cui mi lascio la Spagna alle spalle. prendo la decisione di allungare un poco le tappe francesi per stare fuori un giorno in meno ed evitare quindi un temibile ritorno di sabato, con il traffico della costa.
ancora qualche panorama spagnolo da godersi, l'ultimo pieno a cifre piuttosto buone (1.10-1.20 euro/litro è il prezzo che ho trovato in media). alla stazione di servizio fra l'altro faccio due chiacchiere con una coppia di inglesi che forse vivono li, o comunque ci stanno a lungo, non ho capito. la cosa bella è che sono entrambi motociclisti, una bellissima Bmw K1300S delle ultime (mi ha detto di averla presa nel 2016) per lui, e una Yamaha Fz8 per lei. ho notato come in paesi più centro-nord europei capiti spesso di vedere la moglie guidatrice, in italian non molto, mi pare siamo ancora molto legati al concetto di passeggera. aspiranti motocicliste all'ascolto, non accontentavi della sella posteriore, prendete la patente A e guidate anche voi, è una delle cose più belle che si possano fare!!
il percorso che faccio passa da Puent de Sort, vielha, e il confine con il col de Portillon, che poi una vera e propria salita pirenaica non è, in pratica un falsopiano e ti accorgi di essere passato in francia dai cartelli.
le strade francesi sono belle e immerse nel verde, ci sarebbero molte cose da vedere, ma devo ricordarmi di un nemico silenzioso ma pronto a tendermi un'imboscata in caso di mia distrazione: il tempo massimo! infatti qua non siamo più in spagna, e a una certa ora rischi di trovare chiuso tutto, e andare a letto senza cena per punizione, già verso le 9 o giù di li.
però sono in orario, e faccio una piccola deviazione in posto che ho sentito dire tanti anni fa, e purtroppo non per motivi belli: ricordo molto bene in tv il Tour de France del 1995 in cui prese la vita, nella discesa del Portet d'Aspet, il ciclista Fabio Casartelli, 25 anni. da allora si cominciò a parlare dell'obbligatorietà del casco per le corse, norma che poi sarebbe entrata, ma diversi anni dopo.
tanto sono di strada, una sosta è d'obbligo.
tra l'altro la strada a me non sembra nemmeno eccezionalmente ripida, ma si sa che a volte basta un attimo e purtroppo non ci sei più..
il resto della giornata è solo un avvicinamento su strade secondarie, o comunque non autostrade, alla mia meta di giornata, ovvero Carcassone. si lo so, sarebbe bella una visita, che mi rinfreschi ma memoria di due anni fa, e con un paio d'ore in più l'avrei anche fatta, ma arrivo giusto in tempo per registrarmi in un ibis Budget alla zona commerciale e cercare qualcosa di aperto, c'è un ristorante di una catena, dove alle 20.30 mangio pressochè da solo in una sala deserta (dopo si aggiungeranno una coppia di ragazzi e poi 3 operai a fine turno mi sa), cosa abbastanza triste se penso che fino al giorno prima potevi anche presentarti a cena oltre le 10 e nessuno faceva storie. e vabbè, niente che non sapessi, peraltro la cucina mi è piaciuta molto.
comunque comincio ad accusare la stanchezza, praticamente non mi sono fermato mai, ho guidato e ho visitato posti ininterrottamente, e domani mi aspetta una tappa parecchio impegnativa, passo il dopocena a sviluppare un percorso valido, e forse arrivo a una soluzione. ve ne parlerò nella prossima puntata.
essì, oggi è il giorno in cui mi lascio la Spagna alle spalle. prendo la decisione di allungare un poco le tappe francesi per stare fuori un giorno in meno ed evitare quindi un temibile ritorno di sabato, con il traffico della costa.
ancora qualche panorama spagnolo da godersi, l'ultimo pieno a cifre piuttosto buone (1.10-1.20 euro/litro è il prezzo che ho trovato in media). alla stazione di servizio fra l'altro faccio due chiacchiere con una coppia di inglesi che forse vivono li, o comunque ci stanno a lungo, non ho capito. la cosa bella è che sono entrambi motociclisti, una bellissima Bmw K1300S delle ultime (mi ha detto di averla presa nel 2016) per lui, e una Yamaha Fz8 per lei. ho notato come in paesi più centro-nord europei capiti spesso di vedere la moglie guidatrice, in italian non molto, mi pare siamo ancora molto legati al concetto di passeggera. aspiranti motocicliste all'ascolto, non accontentavi della sella posteriore, prendete la patente A e guidate anche voi, è una delle cose più belle che si possano fare!!
il percorso che faccio passa da Puent de Sort, vielha, e il confine con il col de Portillon, che poi una vera e propria salita pirenaica non è, in pratica un falsopiano e ti accorgi di essere passato in francia dai cartelli.
le strade francesi sono belle e immerse nel verde, ci sarebbero molte cose da vedere, ma devo ricordarmi di un nemico silenzioso ma pronto a tendermi un'imboscata in caso di mia distrazione: il tempo massimo! infatti qua non siamo più in spagna, e a una certa ora rischi di trovare chiuso tutto, e andare a letto senza cena per punizione, già verso le 9 o giù di li.
però sono in orario, e faccio una piccola deviazione in posto che ho sentito dire tanti anni fa, e purtroppo non per motivi belli: ricordo molto bene in tv il Tour de France del 1995 in cui prese la vita, nella discesa del Portet d'Aspet, il ciclista Fabio Casartelli, 25 anni. da allora si cominciò a parlare dell'obbligatorietà del casco per le corse, norma che poi sarebbe entrata, ma diversi anni dopo.
tanto sono di strada, una sosta è d'obbligo.
tra l'altro la strada a me non sembra nemmeno eccezionalmente ripida, ma si sa che a volte basta un attimo e purtroppo non ci sei più..
il resto della giornata è solo un avvicinamento su strade secondarie, o comunque non autostrade, alla mia meta di giornata, ovvero Carcassone. si lo so, sarebbe bella una visita, che mi rinfreschi ma memoria di due anni fa, e con un paio d'ore in più l'avrei anche fatta, ma arrivo giusto in tempo per registrarmi in un ibis Budget alla zona commerciale e cercare qualcosa di aperto, c'è un ristorante di una catena, dove alle 20.30 mangio pressochè da solo in una sala deserta (dopo si aggiungeranno una coppia di ragazzi e poi 3 operai a fine turno mi sa), cosa abbastanza triste se penso che fino al giorno prima potevi anche presentarti a cena oltre le 10 e nessuno faceva storie. e vabbè, niente che non sapessi, peraltro la cucina mi è piaciuta molto.
comunque comincio ad accusare la stanchezza, praticamente non mi sono fermato mai, ho guidato e ho visitato posti ininterrottamente, e domani mi aspetta una tappa parecchio impegnativa, passo il dopocena a sviluppare un percorso valido, e forse arrivo a una soluzione. ve ne parlerò nella prossima puntata.
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