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Samarcanda? Sì, E Vi Dico Com'è Andata.

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  • sarò retorico......mi sembra di essere lì a vivere quello che hai vissuto te...
    complimenti.
    Ultima modifica di cecco75; 06-05-13, 13:32.
    ....mai dire mai....

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    • Sì, Texas
      ti confermo quanto ho scritto:
      Partendo da Aral hai ancora sterrato per 150/200 km dopodichè inizia l'asfalto ed è pure buono.
      Credo che partendo la mattina presto ce la puoi fare. Io, col ginocchio acciaccato di fresco partendo verso mezzogiorno sono arrivato a khromtau verso le 23, se non ricordo male. E khromtau sta a un 80ina di km da Aktobe (verifica con googlemaps che riconosce bene i toponimi).
      Stanno asfaltando e secondo me se ci vuoi andare vacci prima che finiscano: sembrerà strano ma la soddisfazione è proprio quella di farti lo sterratone kilometrico

      Beltipo... grazie davvero a voi che state leggendo. E' la primavolta che scrivo di un viaggio e se non l'ho mai fatto è anche perchè pensavo non gliene fottesse niente a nessuno di come ci si sente. Perchè non credo riuscirei a scrivere altro... voglio dire: fare un'elenco di posti, foto, dati sui consumi, cose mangiate non avrebbe senso per me. C'è gente che scrive guide di professione e lo fanno senza dubbio meglio di come riuscirei a fare io.
      Grazie, davvero.

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      • Ti aspettiamo...

        ...per la conclusione condividendo appieno Cecco75

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        • Originariamente inviato da Totò le Motò Visualizza il messaggio
          Sì, Texas
          ti confermo quanto ho scritto:
          Partendo da Aral hai ancora sterrato per 150/200 km dopodichè inizia l'asfalto ed è pure buono.
          Credo che partendo la mattina presto ce la puoi fare. Io, col ginocchio acciaccato di fresco partendo verso mezzogiorno sono arrivato a khromtau verso le 23, se non ricordo male. E khromtau sta a un 80ina di km da Aktobe (verifica con googlemaps che riconosce bene i toponimi).
          Stanno asfaltando e secondo me se ci vuoi andare vacci prima che finiscano: sembrerà strano ma la soddisfazione è proprio quella di farti lo sterratone kilometrico
          Non so, ci sono alcune possibilità che l'anno prossimo, grazie all'estrema vicinanza tra loro di lunedì di Pasqua, 25 aprile e 1 maggio io possa avere le tre settimane di ferie che mi servirebbero per ritentare l'avventura, quindi sto iniziando a riprendere info.
          Forse, non avendo 4 settimane come nel 2011, dovrei tagliare la puntatina di un giorno e mezzo in Kyrgyzstan per non essere al limite coi giorni di rientro, ma da qui a là vedrò, ci sono ancora 11 mesi e mezzo.
          Immagino che fare lo sterratone sulla M32 sia più bello, ma con pochi giorni a disposizione, per me se l'anno prossimo fosse finita la riasfaltatura, sarebbe nettamente meglio.
          Comunque vedremo.

          Grazie per le info!
          Dal 1996 on the road tra Europa, Africa, Asia e Nord America.

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          • Capitolo 7

            Capitolo 7



            http://grooveshark.com/s/Sideshow/2L5ECW?src=5

            Riparto con calma dopo aver fasciato bene il ginocchio di nuovo asciutto, caricato la moto ed essermi sparato mal volentieri un nescafè nell’enorme e pacchiana sala ristorante dell’hotel.
            La strada mi benedice ancora con il suo asfalto liscio fino ad Aktobe, dove giungo più o meno all’ora di pranzo.
            Sono a poche decine di km dalla Russia e si vede: il verde è diffuso e ci sono anche alberi bassi e corsi d’acqua.
            Addirittura un fiume dove qualcuno pesca vicino a mandrie di vacche felici e ignare del deserto a pochi kilometri.





            Pranzo in un self service frequentato perlopiù da impiegati che mi guardano straniti, in particolare due signore che non mi tolgono gli occhi di dosso. Potrei spararmi le pose dell’avventuriero ma non ne ho nessuna voglia ne bisogno.
            Mi sembra quasi di essere tornato alla civiltà, ma dura poco: dopo Aktobe la strada si biforca e io, invece di andare a nord verso Oral, punto a sudovest verso Atyrau, imboccando la M27.

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            • Capitolo 7

              Il paesaggio per un po’ rimane verde e bucolico.







              Quello che cambia con una certa rapidità è l’asfalto che inizia a diventare sempre più sconnesso,
              non tanto per le buche quanto per i solchi lasciati dai mezzi pesanti.





              Mi perdo dentro una cittadina di nome Alga, fatta di casermoni sovietici e più avanti, in un punto imprecisato, per i sobbalzi in velocità perdo la valigia destra, quella legata col fil di ferro fin da Samarcanda. Fortunatamente non ho nessuno dietro .
              Smadonno e pure tanto ma la valigia, a parte qualche ammaccatura e strisciata, è intatta.
              Il fil di ferro che ho con me è troppo sottile per reggere le sollecitazioni ma non è un problema trovarne di più grosso:
              la M32 e la M27 sono praticamente tappezzate di acciaio filiforme di qualsiasi forgia e dimensione.
              Credo sia ciò che rimane di migliaia di gomme esplose e lasciate lì a macerarsi con gli sbalzi di temperatura, oltre ai resti di fondi stradali distrutti e spalati un po’ più in là e altri rifiuti di questo tipo.

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              • Cap 7

                Ho avuto fino alla fine il terrore di forare con tutta questa ferraglia sotto le gomme, ma stavolta si rivela provvidenziale.
                Sistemo la valigia sotto gli sguardi incuriositi e divertiti dei kazaki che passano.
                Più a sud vado, più il verde si dirada, meno asfalto rimane sulla strada e gli abitanti (almeno quei pochi che incontro)
                diventano più scorbutici e inospitali.




                Durante un rifornimento ho una questione con il gestore della stazione di servizio e il suo sottoposto.
                Liquidato, mentre sbraito, con un “guarda quella donna! Bella vero?”
                Più avanti quando ormai il paesaggio si è inaridito e l’asfalto non c’è più, dei bulletti mi si parano davanti con la loro auto e
                mentre qualcuno di loro, tra cui una ragazza, fanno foto coi telefonini, il Little Boss mi sfotte, dicendo di non conoscere il russo ma capendo tutto quello che dico.
                Vado via appena inizia a darmi schiaffetti sul casco provocando sugli altri ilarità sguaiata.
                Mi hanno poi superato sgommando e non li ho più visti.

                http://www.youtube.com/watch?v=CyDHb...ature=youtu.be

                Non posso non pensare, di nuovo, che qui sono l’extracomunitario: sono quello diverso che nessuno rivendica.
                E per chi è cresciuto nel nulla a latte di cammello e telenovele russe non posso che essere nulla più di un coglione da sfottere con cui passare un pomeriggio diverso.
                E i ventenni di provincia annoiati, di qualsiasi parte del mondo, possono essere molto pericolosi.

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                • Cap 7

                  Quest’ incontro mi fa tenere gli occhi aperti fino al tramonto quando, ormai nel nulla su una strada cosparsa di buche grandi come crateri , decido di accamparmi per la notte.

                  http://grooveshark.com/s/Space+Cadet/2Ogr9f?src=5 (questa sentitevela tutta che merita)





                  Il prossimo centro abitato non è lontano più di una 50ina di km,
                  ma andando verso ovest il sole tramonta dritto in faccia ed’è difficilissimo fare lo slalom in mezzo ai crateri sulla strada non vedendoli.
                  E a questa velocità dovrei farmi un bel pezzo in notturna e proprio non è il caso.
                  Certo non sono tranquillo a starmene lì da solo ma prendo un paio di precauzioni, tipo uscire dalla “strada” principale mentre l’ultimo camion in lontananza non mi può più vedere per poi percorrere una pista secondaria che mi porta dietro un avvallamento,
                  così da non essere visto dalla strada se non a km di distanza.



                  La luna è già alta e si preannuncia molto luminosa.
                  Per evitare riverberi che segnalerebbero la mia presenza nella notte copro il faro con un asciugamano e smonto una valigia utilizzandola come sedia.
                  Sono soddisfatto della giornata:
                  oggi ho guadagnato un’ora di fuso e, anche se non riesco ancora a caricare sulla gamba sinistra, in due giorni ho fatto un bel po di strada. Mangio una scatoletta e un pò di formaggio rimastomi dalla sera prima nel silenzio più totale, interrotto solo un paio di volte da un paio d’auto sulla M27 e da un’altra che percorre una delle decine di piste che uniscono punti persi chissà dove.
                  Per il resto silenzio e calma assoluti.



                  Non c’è neanche un filo di vento e devo dire che la sensazione è addirittura fastidiosa:
                  nelle orecchie che mi fischiano riesco a sentire perfino i battiti del mio cuore, e ogni suono che produco muovendomi sembra amplificato.
                  La definirei un sensazione di disagio, non essendoci abituato.
                  Mi ritrovo con mia sorpresa ad accendere un po’ di musica per riempire il vuoto di rumori che tanto ho desiderato.
                  La spengo quando sento uno sbuffo a pochi metri da me: è una mandria di cavalli che pascola al chiaro di luna.



                  Sto un po’ a godermi la notte limpida e piena di stelle nonostante la luna quasi piena, continuando a ripetermi che il mondo è bello e io voglio vivere come quei cavalli, ai quali non mi avvicino solo per non rompergli le palle.
                  E mi ripeto anche che valeva la pena di tutto questo sbattimento per vivere una notte così.
                  Dormirò di filato fino all’alba, svegliato solo una volta dal rumore di pentolame fuori dalla tenda.
                  Ho subito immaginato fossero i bulletti del pomeriggio e mi sono messo a urlare “chi c’è là?” (come se mi potessero capire).
                  Aperta la tenda vedo in lontananza la sagoma di un animale simile a un piccolo cane mentre mi accorgo che il formaggio e il pane lasciati fuori dalla tenda non ci sono più. In compenso il mio amichetto mi ha lasciato una cacca molto educata vicino alla tenda.

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                  • Cap 7



                    All’alba e senza caffe (la bombola mi si è scaricata nel sacco) riprendo la M27 e le sue voragini,
                    tra mandrie libere di bovini e cavalli e falchi che si alzano in volo spaventati dal mio passaggio.

                    http://www.youtube.com/watch?v=hdtlW9Fyjtg

                    Prendo il mio mezzo litro di caffè in una chaikhana al primo centro abitato, mentre in tv danno una fiction su una boyband kazaka, una sorta di kiss me lycia con gli occhi a mandorla.
                    Lì divido il lavabo all’ingresso con due fratelli di Almaty in viaggio in fuoristrada attraverso il paese.



                    http://grooveshark.com/s/Chach/2q23gg?src=5

                    La strada è sempre quella, in pessime condizioni e senza speranza di trovare 10 metri di asfalto buono.
                    Non è facile con un ginocchio fuori uso:
                    Quando devo necessariamente alzarmi in piedi faccio leva sul manubrio col braccio sinistro e non riesco a fare lunghi tratti in piedi.
                    E’ un vero peccato avere tutta questa pista davanti a me e farla azzoppato.
                    Mi dico che è sempre meglio che farla ingessato o non farla proprio.



                    Il nastro d’asfalto è completamente sprofondato ai lati, mentre al centro si aprono voragini più lunghe della moto stessa.
                    Tanto che a un certo punto capisco che è meglio attraversarle piuttosto che evitarle.
                    Ma le gomme quasi lisce non mi ispirano molta sicurezza su questo fondo così ruvido, allora mi faccio coraggio e scendo anch’io fuori strada.

                    http://www.youtube.com/watch?v=2G7hWR6lhdY

                    Anche perché se ci vanno tutti perché non dovrei andarci io?
                    Qui il fondo è migliore rispetto agli sterrati della M32:
                    compatto e veloce, solo ogni tanto qualche pozza di fango che con le dovute cautele attraverso lateralmente dopo aver preso bene la mira.
                    Anche qui ogni tanto mi tocca tornare indietro perché non mi fido ad attraversare una macchia di fango di 10 metri.
                    Ma tutto sommato me la sto cavando abbastanza bene.
                    Il ginocchio va meglio anche se non ho cambiato la medicazione.
                    Anzi forse proprio per questo.

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                    • Cap 7

                      Comunque è ancora gonfio e stare in piedi è una piccola tortura, ma le endorfine che ho addosso fanno il loro lavoro egregiamente.



                      Le piste sono tante ed è divertente arrivare alle biforcazioni e scegliere quale prendere, anche perché il rischio di perdermi è basso per via della strada sempre visibile in questa pianura.Il Navigatore lo tengo acceso ma giusto per tenere traccia della strada fatta. Anche Sofia se la sta cavando bene, divorando ogni avvallamento e rispondendo reattivamente a ogni comando. Da qualche giorno batte in testa quando apro con decisione, tanto che quando stavo nella sabbia verso Aral avevo paura si fossero fottute le valvole. Poi mi sono ricordato che da 2 settimane sta bevendo benzina a 80 ottani con chi sa quante schifezze dentro e mi sono tranquillizzato. Mentre sto li a cercare le piste buone mi viene da sorridere pensando che anche se mettessi vodka e ‘nduja nel serbatoio lei andrebbe lo stesso.



                      Dopo la metà della mattina il vento si alza e ancora sono sferzato da raffiche di sabbia.
                      Sono quasi all’esasperazione quando le deviazioni mi portano su una strada non segnata sulle mappe opensource che rapidamente mi riporta sull’asfalto e mi accorgo con piacere che sono a Dossor.
                      Da qui è iniziato tutto quasi due settimane fa e qui finalmente sono ritornato.
                      Anche se sconnesso, pieno di buche e infido, l’asfalto mi accoglie come una carezza irresistibile per il mio ginocchio tormentato.
                      Faccio benzina in un distributore strafico ai bordi della città e mangio in un posto sulla strada,
                      assordato dalla dance kazaka anche se sono l’unico cliente mentre la tipa al banco non fa altro che chattare via smartphone.
                      Devo segnalare che la dance di questo locale è la peggiore di tutto il viaggio:
                      passano per due volte una cover di “zombies “dei Cranberries (gruppo che odio ma meritevole di rispetto) su base a cassa dritta e con
                      il testo che recita “ Who’s sleeping in your bed” invece che “they’re crying in your head”.
                      Ovvero: come trasformare un testo sulla questione Irlandese in un gossip di corna e ficco galeotto.
                      Il top del kitsch post-sovietico!
                      Con l’occasione do quasi fondo agli ultimi tengè visto che prevedo di uscire entro la serata per puntare verso Astrakhan e dormire nello stesso appartamento dell’andata.
                      Ripercorro la stessa strada da cui sono entrato con i suoi solchi e buche e mi sembra un’ autobahn dopo gli ultimi quattro giorni passati a respirare e sollevare polvere.
                      Sento forte l’odore del mar Caspio, cosa a cui non potevo far caso quando entrai all’andata.
                      Sono tentato di girare verso un paesino sulla costa al tramonto ma ho fretta di uscire da questo paese.
                      Non sopporto più i suoi abitanti, ne’ i pozzi di petrolio e i cammelli in mezzo ai coglioni sulle strade:
                      ne ho beccati anche di acciaccati dai camion sul ciglio stradale.
                      Fa una certa impressione vedere degli animali morti così grandi a zampe all’aria e con la pancia gonfia per la decomposizione.
                      Sì, voglio uscire dal Kazakhstan al più presto.





                      Ci tornerò di sicuro per visitare la parte orientale e la regione prossima all’Altai che a naso mi è parsa popolata da gente più cordiale.
                      La regione centro occidentale è stata tosta e la sua gente ancora di più.
                      O forse sono io semplicemente stanco di correre e tutto mi appare negativo.
                      Vorrei vedere il Caspio ma punto deciso verso la frontiera, salvo poi fermarmi a Ganyushkino, l’ultima città prima del confine:
                      Sta facendo buio e vorrebbe dire arrivare ad Astrakhan di notte giocandomi il mattino del giorno dopo.
                      Avrei fatto meglio ad andare sul Caspio e accamparmi lì se mi fossi deciso prima:
                      l’hotel non accetta carte e bancomat, per cui devo tornare in città a prelevare.
                      Ormai è buio e le auto mi abbagliano in risposta ai miei fari che puntano in alto per il troppo carico:
                      non serve a nulla lampeggiare per fargli capire che quelli sono gli anabbaglianti.
                      Loro mi piantano in faccia i loro abbaglianti quasi a punirmi, come se lo stessi facendo apposta.
                      Trovo l’ unico bancomat funzionante e ritorno all’hotel per prendere possesso della stanza, abbastanza pulita e con una doccia enorme.
                      Visto il prezzo non proprio economico della stanza rinuncio a mangiare al ristorante dell’albergo e compro qualcosa al market di fianco.
                      Sono veramente distrutto e dopo la doccia e la medicazione mangio di nuovo guardando la TV, stavolta una fiction russa dal titolo “boomerang”.
                      Anche se non capisco tutte le parole, anzi ben poche visto che i russi parlano molto velocemente, è chiarissima la trama:
                      Lui (insignificante) tradisce Lei (gnocca) con Una più Giovane (sempre gnocca).
                      Le compra vestiti, prende una casa insieme a lei e tutte queste cose, fin quando la moglie non lo scopre e allora lo sbatte fuori di casa e contatta l’ex fidanzato della Giovane (brutto ma massiccio) e comincia a vessare la coppia di amanti oltre che a smerdare il marito in ogni modo, ad esempio scopandosi l'ex della Giovane.
                      Sto lì a guardare questa gran boiata spalmato sul letto, mentre dalla sala ristorante arrivano voci di donne in festa insieme alla kazak- dance a tutto volume. Potrei andare a prendermi una vodka, di cui pure sento il bisogno, e so che diventerei in un attimo l’attrazione della serata, dando così soddisfazione a un ego ormai sottoterra da qualche giorno.
                      Ma sono distrutto al punto tale di non voler vedere nessuno, figuriamoci una mandria di kazake tirate a festa per un addio al celibato.

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                      • Cap 7

                        La cosa buona di tutto ciò è che l’indomani sono al confine alle dieci.
                        Sono gasato.
                        Sono eccitato.
                        Nei pochi kilometri tra l’albergo e la frontiera ho strombazzato allegramente ai veicoli che mi incrociavano, salutando tutti con segno di vittoria e un allegro “allu culu compà!”.



                        http://grooveshark.com/s/Occurrence+...r/2LZXQ8?src=5

                        Fumo un paio di sigarette mentre aspetto il mio turno, spingendo a mano la moto man mano che la fila scorre.
                        Come sempre i veicoli russi passano prima, sbrigando poche formalità.
                        Quando tocca a me arrivo al controllo passaporti con fare del tipo “dai, sbrighiamo sta pagliacciata che ho fretta!”
                        Ma vedo che il tipo nella garitta inizia a fare telefonate.
                        Il soldato che ha scambiato un paio di parole con me chiedendomi della moto e del viaggio mi sia avvicina e mi dice di mettere di lato la moto,
                        mentre parla con il collega nella garitta.
                        Prende il mio passaporto e mi dice di seguirlo.
                        Andiamo nel blocco degli uffici, posto lateralmente al lotto rispetto alle corsie per i veicoli.
                        Saliamo uno o due piani di scale, lui con passo fermo e io zoppicando.
                        Mi chiede di aspettare in uno slargo dove è allestita una saletta d’attesa dopo avermi fatto parlare con un superiore.
                        Lo spazio, per quanto angusto, è comunque decente: ci stanno un divano e una poltrona in pelle nera e ,se non ricordo male, delle piante in plastica.
                        Sui muri, oltre a poster dell’esercito, mappe geografiche del Kazakhstan e foto che mostrano l’addestramento dei prodi soldati kazaki, anche vignette umoristiche sulla vita militare.
                        Tra tutte mi ricordo in particolare una in cui a due soldati veniva ordinato di scavare una buca da un superiore il quale dice: “voi scavate, stasera passerò a dirvi perché”.
                        Il titolo era una cosa tipo la saggezza del tenente o qualcosa del genere
                        (non ho mai capito un ***** dei gradi militari italiani, figuriamoci cosa posso capire di quelli kazaki).
                        Finora sono stato abbastanza tranquillo, ma ora comincia a salirmi una certa ansia.
                        Ho capito che ho un problema coi documenti ma non mi è chiaro quale.
                        Infine il soldato ritorna e mi svela l’arcano:
                        questo è il mio 6° giorno di permanenza nel paese ed entro il 5° avrei dovuto timbrare il foglio d’immigrazione all’ufficio della Polizia preposto all’uopo.
                        Ora mi tocca tornare alla città più vicina, trovare la Polizia, pagare la multa, farmi timbrare il foglio e tornare qui per poi uscire.
                        Alla mia richiesta se fosse possibile fare tutto da loro mi viene risposto di no: il timbro dell’immigrazione spetta alla polizia.
                        Porca ******* porca! Adesso non solo mi sento extracomunitario.
                        A tutti gli effetti sono un clandestino!
                        Torno di volata a Ganyushkino, dove mi assicurano troverò la polizia.
                        Sono incazzato una iena e mentre corro sui solchi dei camion i veicoli in direzione contraria strombazzano salutandomi con un “allu culu compà!” allegro e brioso.
                        Vaffanculo paese di merda!
                        Sono sicuro al 100 % che farò la gioia di qualche ******* in divisa ben felice di aiutarmi in cambio di una mancia.
                        La polizia sta vicino al bancomat della sera prima.
                        E’ un edificio col solo piano terra, non diverso dalle altre casupole a fianco, se non fosse per le sbarre agli infissi.
                        Quelle sulla porta sono chiuse e sorvegliate dall’interno da uno sbirro con in braccio un mitra.
                        Un paio di persone aspettano nel vialetto d’ingresso.
                        Spiego la mia situazione al tipo della reception quando mi viene ordinato di parlare.
                        Mi dice di aspettare l’ufficiale che sta per arrivare.
                        Provo a sedermi sui gradini ma il mitragliere, con sguardo completamente inespressivo, mi intima di alzarmi chè lì non si può stare, giovanotto!

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                        • Ahaha mi immagino già il brigadiere kazako che dice al superiore "Marescià, ci stà uno qqua, un extracomunitario, uno di questi bianchicci slavati e sporchi, è clandestino pure. Non capisce un *****..."
                          In moto, sempre in moto.
                          K1600GT - F.P.C. M05 - "Principessa Elena"
                          ZR7 - F.P.C. M06 - "Trovatella"

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                          • Questo, a mio piccolo parere, è uno dei report più belli che siano mai apparsi su questo Forum, soprattutto per il livello emozionale che lo contraddistingue.

                            Lo sto leggendo anche su Sporco Endurista, e davvero è diventato un mio piccolo... "cult".
                            Dal 1996 on the road tra Europa, Africa, Asia e Nord America.

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                            • Io sono rimasto un po' indietro... ma vedrò di rimettermi in regola quanto prima. Anche per me è un grandissimo report!
                              ___________________

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                              • Originariamente inviato da Texas Man Visualizza il messaggio
                                Questo, a mio piccolo parere, è uno dei report più belli che siano mai apparsi su questo Forum, soprattutto per il livello emozionale che lo contraddistingue.

                                Lo sto leggendo anche su Sporco Endurista, e davvero è diventato un mio piccolo... "cult".

                                quoto... totò for president..

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