Continua giorno 8
durante la cena alla sera, organizzo casualmente una scenetta gogliardica,sento in qualche tavolo piu in la qualcuno parla veneto, ascolto meglio e vengo a sapere che ci sono 2 padovani sui 30 anni, con 2 BMW
(e te pareva),
che sono partiti da Kenini per arrivare alla oasi di Ksar Ghilane, distante 150 km su pista, Sono partiti come se dovessero andare al bar, con superficialità, non è un tragitto impossibile, la difficoltà è medio bassa,
il pericolo maggiore è che dopo avere scollinato le prime colline si ritrovano su un terreno pietroso e pianeggiante, e dopo una decina di chilometri diventa sabbioso e compaiono le prime dune. il problema è che spesso il vento sposta la sabbia, ricoprendo la strada, che sparisce per lunghi tratti, io non so come si orientano le guide del posto, ma per i turisti ci vuole minimo il Gps.
Infatti si accorgono dopo appena 50 km che la pista non si vede piu, è ricoperta di sabbia, Non sanno piu se devono andare dritto o curvare, e cominciano ad andare a zig-zag nel tentativo di ritrovare la strada,decidono quindi di andare a naso, credendo che prima o poi la pista sarebbe ricomparsa, non è facile orientarsi se non ci sono punti di riferimento, infatti tra un insabbiamento e l'altro,i dopo un po' è arrivato anche il buio, decidono saggiamente di fermarsi e di trascorrere li la notte, questi due non avevano la minima idea di dove erano finiti, per non rischiare di addentrarsi ulteriormente nel deserto, si crearono un bivacco per la notte, qualche cespuglio e sabbia, tanta sabbia.
Niente cartina, niente navigatore, solo una borraccia di acqua, magari erano a soli 200 metri dalla strada ma loro non lo potevano sapere, all'orizzonte non si vedeva niente, solo buio e sabbia.
hanno dormito tra le piccole dune vestiti con la tuta e con il casco addosso, perchè faceva freddo,tanto freddo con il timore di non trovare uno scorpione, perchè di notte escono da sotto la sabbia.
continuavano a ripetere che èra stata una impresa al di la della loro capacità e mai piu ci avrebbero riprovato, avevano il timore di perdersi, per fortuna che in mattinata hanno intravisto da lontano la polvere di un fuoristrada ed hanno deciso di inseguirlo.
Adesso erano 2 giorni che non si muovevano piu, neanche dall'hotel. l'avventura gli èra bastata.
venuto a sapere della storia, avviso la mia ciurma che stava cenando, di non farsi notare perche ho in mente qualcosa.
Infatti, mi reco nel tavolo dove erano seduti i due padovani e cominciamo a parlare in dialetto, con la complicità dello slang, dopo un po' cominciano a raccontarmi la loro disavventura, io ascolto la loro tragedia e dopo un po', serio serio sbotto:
ma quale difficoltà, non mi sembra una pista tanto difficoltosa, anche io la ho attraversata proprio oggi, con la moto e e non ho trovato intoppi, loro mi guardano un po' sorpresi quando uno ribatte, chiaro che se hai la moto adatta diventa una passeggiata, ed io di rimando, ma quale moto adatta, io ho uno scouter, proprio quello la vicino all'entrata.
Nella mia compagnia c'era gente che si è buttata sotto i tavoli dalle risate, serata memorabile.
Il morale della compagnia si era risollevato dopo le cadute del giorno, domani due mini tour di circa 100 km ciascuno e ritorno ancora nello stesso hotel, niente di impegnativo, poi ancora un giorno nello stesso hotel
in totale libertà.
durante la cena alla sera, organizzo casualmente una scenetta gogliardica,sento in qualche tavolo piu in la qualcuno parla veneto, ascolto meglio e vengo a sapere che ci sono 2 padovani sui 30 anni, con 2 BMW
(e te pareva),
che sono partiti da Kenini per arrivare alla oasi di Ksar Ghilane, distante 150 km su pista, Sono partiti come se dovessero andare al bar, con superficialità, non è un tragitto impossibile, la difficoltà è medio bassa,
il pericolo maggiore è che dopo avere scollinato le prime colline si ritrovano su un terreno pietroso e pianeggiante, e dopo una decina di chilometri diventa sabbioso e compaiono le prime dune. il problema è che spesso il vento sposta la sabbia, ricoprendo la strada, che sparisce per lunghi tratti, io non so come si orientano le guide del posto, ma per i turisti ci vuole minimo il Gps.
Infatti si accorgono dopo appena 50 km che la pista non si vede piu, è ricoperta di sabbia, Non sanno piu se devono andare dritto o curvare, e cominciano ad andare a zig-zag nel tentativo di ritrovare la strada,decidono quindi di andare a naso, credendo che prima o poi la pista sarebbe ricomparsa, non è facile orientarsi se non ci sono punti di riferimento, infatti tra un insabbiamento e l'altro,i dopo un po' è arrivato anche il buio, decidono saggiamente di fermarsi e di trascorrere li la notte, questi due non avevano la minima idea di dove erano finiti, per non rischiare di addentrarsi ulteriormente nel deserto, si crearono un bivacco per la notte, qualche cespuglio e sabbia, tanta sabbia.
Niente cartina, niente navigatore, solo una borraccia di acqua, magari erano a soli 200 metri dalla strada ma loro non lo potevano sapere, all'orizzonte non si vedeva niente, solo buio e sabbia.
hanno dormito tra le piccole dune vestiti con la tuta e con il casco addosso, perchè faceva freddo,tanto freddo con il timore di non trovare uno scorpione, perchè di notte escono da sotto la sabbia.
continuavano a ripetere che èra stata una impresa al di la della loro capacità e mai piu ci avrebbero riprovato, avevano il timore di perdersi, per fortuna che in mattinata hanno intravisto da lontano la polvere di un fuoristrada ed hanno deciso di inseguirlo.
Adesso erano 2 giorni che non si muovevano piu, neanche dall'hotel. l'avventura gli èra bastata.
venuto a sapere della storia, avviso la mia ciurma che stava cenando, di non farsi notare perche ho in mente qualcosa.
Infatti, mi reco nel tavolo dove erano seduti i due padovani e cominciamo a parlare in dialetto, con la complicità dello slang, dopo un po' cominciano a raccontarmi la loro disavventura, io ascolto la loro tragedia e dopo un po', serio serio sbotto:
ma quale difficoltà, non mi sembra una pista tanto difficoltosa, anche io la ho attraversata proprio oggi, con la moto e e non ho trovato intoppi, loro mi guardano un po' sorpresi quando uno ribatte, chiaro che se hai la moto adatta diventa una passeggiata, ed io di rimando, ma quale moto adatta, io ho uno scouter, proprio quello la vicino all'entrata.
Nella mia compagnia c'era gente che si è buttata sotto i tavoli dalle risate, serata memorabile.
Il morale della compagnia si era risollevato dopo le cadute del giorno, domani due mini tour di circa 100 km ciascuno e ritorno ancora nello stesso hotel, niente di impegnativo, poi ancora un giorno nello stesso hotel
in totale libertà.
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