Ha fatto finora un Ottobre stupendo, solo che non sono riuscito a trovare tre giorni consecutivi liberi. E nemmeno questo fine settimana sarebbe possibile, per cui mi accontento di due soli giorni. Gabriele ha parlato sul Forum di una fiera del tartufo a Sant’Angelo in Vado, lì al confine fra Umbria e Marche. Ottima idea; vado lì.
Parto quindi il giorno prima e ovviamente, non ci vado per la strada migliore, ma facendo un giro vizioso. Il mio vizio, infatti è girare, girare come un moscone. Erano anni che non andavo più a Siena, né a Perugia, quindi faccio un ‘puccio’ in entrambe le città.
E qui iniziano i contrattempi. Non che siano sfortune tipo incidenti o forature, no, niente di grave. Averne, contrattempi così! A Siena stanno approntando piazza del Campo per il Palio, per cui si può arrivare al massimo sul bordo esterno della piazza. Le vie di accesso, quindi, sono oppresse da una notevole calca, e per raggiungere il punto più vicino alla piazza per poter almeno fotografare, si deve pazientare e stringersi un po’.
A Perugia, invece c’è il festival del cioccolato e tutto il centro storico è invaso da bancarelle di ogni tipo che rovinano (si fa’ per dire…) le foto. In entrambe le città c’è molta gente per le strade, ma in particolare a Perugia: l’università per stranieri porta qui tantissimi giovani, per cui si vedono tanti ragazzi e ragazze in giro. Per un ‘giovane di ieri’ come me è un piacere.
La bellezza di queste due città, comunque, è assoluta.
Decido quindi di raggiungere Gabriele in quel di Gubbio. A dire il vero avevo provato a cercare alloggio in mezzo alla campagna, ma in questa stagione tutte le strutture, a quanto pare, chiudono. Non mi resta che prendere un hotel in Gubbio. E alla fine la cosa si rivela un’ottima soluzione, perché così posso incontrare già oggi Gabriele.
La cena con lui e Signora (Valeria, che bel nome, vero? :-) è piacevole e allegra. E si raggiunge l’apice dell’allegria quando poi si aggiungono a noi due suoi amici, romani, di una simpatia prorompente. Non sono un tipo ridanciano, ma questa sera sarà ricordata da me per aver riso molto, e di gusto.
Ma l’età non può impedire alla stanchezza di dire la sua; per cui, prima di quanto avrei voluto, mi ritiro e saluto tutti.
Mattino successivo. Si preannuncia un’altra splendida giornata. Su indicazione di Gabriele (e di chi, se no?) vado verso Freccia e quindi all’eremo di Fonte Avellana. E’ una scoperta magnifica. Per la strada: paesaggio stupendo, profumi inebrianti dai boschi, monti selvaggi, orridi di cui non sapevo l’esistenza. Per l’eremo: ho potuto usufruire di una visita guidata estremamente interessante, in un luogo incantato.
Ancora strade magnifiche e altri panorami altrettanto belli fino a Sant’Angelo in Vado;
ma il secondo incontro con Gabriele prima slitta poi salta per problemi di tempistica: devo tornare a Genova in giornata e la strada è lunga. Per fortuna che ci siamo visti ieri, peraltro con calma e senza guardare l’orologio. Anzi, la strada è ancora più lunga: il passo di Bocca Trabaria per arrivare a San Giustino, quindi ad Arezzo, è chiuso. Me l’aveva detto Gabriele, ma me l’ero dimenticato…
Così torno indietro e, temendo di perdermi per quelle strade poco conosciute, taglio la testa al toro e tiro dritto per Fano, dove prendo la A14. Bologna, Piacenza, Tortona, Genova. A Fano il raccordo fra la superstrada che ho appena percorso e la A14 è chiuso per lavori. Di bene in meglio. Un cartello recita: ‘Per la A14 servirsi della viabilità ordinaria’, come se chiunque sapesse come fare. ‘Scusi, per l’autostrada?’ è l’unico sistema disponibile. Tirandoci un po’, arrivo prima delle 19 a casa. Con Gabriele siamo rimasti d’accordo che… ritornerò. Ti credo; quella zona fra Marche e Umbria mi ha sempre dato buone sensazioni, e stavolta ancora di più.
Parto quindi il giorno prima e ovviamente, non ci vado per la strada migliore, ma facendo un giro vizioso. Il mio vizio, infatti è girare, girare come un moscone. Erano anni che non andavo più a Siena, né a Perugia, quindi faccio un ‘puccio’ in entrambe le città.
E qui iniziano i contrattempi. Non che siano sfortune tipo incidenti o forature, no, niente di grave. Averne, contrattempi così! A Siena stanno approntando piazza del Campo per il Palio, per cui si può arrivare al massimo sul bordo esterno della piazza. Le vie di accesso, quindi, sono oppresse da una notevole calca, e per raggiungere il punto più vicino alla piazza per poter almeno fotografare, si deve pazientare e stringersi un po’.
A Perugia, invece c’è il festival del cioccolato e tutto il centro storico è invaso da bancarelle di ogni tipo che rovinano (si fa’ per dire…) le foto. In entrambe le città c’è molta gente per le strade, ma in particolare a Perugia: l’università per stranieri porta qui tantissimi giovani, per cui si vedono tanti ragazzi e ragazze in giro. Per un ‘giovane di ieri’ come me è un piacere.
La bellezza di queste due città, comunque, è assoluta.
Decido quindi di raggiungere Gabriele in quel di Gubbio. A dire il vero avevo provato a cercare alloggio in mezzo alla campagna, ma in questa stagione tutte le strutture, a quanto pare, chiudono. Non mi resta che prendere un hotel in Gubbio. E alla fine la cosa si rivela un’ottima soluzione, perché così posso incontrare già oggi Gabriele.
La cena con lui e Signora (Valeria, che bel nome, vero? :-) è piacevole e allegra. E si raggiunge l’apice dell’allegria quando poi si aggiungono a noi due suoi amici, romani, di una simpatia prorompente. Non sono un tipo ridanciano, ma questa sera sarà ricordata da me per aver riso molto, e di gusto.
Ma l’età non può impedire alla stanchezza di dire la sua; per cui, prima di quanto avrei voluto, mi ritiro e saluto tutti.
Mattino successivo. Si preannuncia un’altra splendida giornata. Su indicazione di Gabriele (e di chi, se no?) vado verso Freccia e quindi all’eremo di Fonte Avellana. E’ una scoperta magnifica. Per la strada: paesaggio stupendo, profumi inebrianti dai boschi, monti selvaggi, orridi di cui non sapevo l’esistenza. Per l’eremo: ho potuto usufruire di una visita guidata estremamente interessante, in un luogo incantato.
Ancora strade magnifiche e altri panorami altrettanto belli fino a Sant’Angelo in Vado;
ma il secondo incontro con Gabriele prima slitta poi salta per problemi di tempistica: devo tornare a Genova in giornata e la strada è lunga. Per fortuna che ci siamo visti ieri, peraltro con calma e senza guardare l’orologio. Anzi, la strada è ancora più lunga: il passo di Bocca Trabaria per arrivare a San Giustino, quindi ad Arezzo, è chiuso. Me l’aveva detto Gabriele, ma me l’ero dimenticato…
Così torno indietro e, temendo di perdermi per quelle strade poco conosciute, taglio la testa al toro e tiro dritto per Fano, dove prendo la A14. Bologna, Piacenza, Tortona, Genova. A Fano il raccordo fra la superstrada che ho appena percorso e la A14 è chiuso per lavori. Di bene in meglio. Un cartello recita: ‘Per la A14 servirsi della viabilità ordinaria’, come se chiunque sapesse come fare. ‘Scusi, per l’autostrada?’ è l’unico sistema disponibile. Tirandoci un po’, arrivo prima delle 19 a casa. Con Gabriele siamo rimasti d’accordo che… ritornerò. Ti credo; quella zona fra Marche e Umbria mi ha sempre dato buone sensazioni, e stavolta ancora di più.
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