Come l'anno scorso scrivo il report 2 mesi dopo rispetto al viaggio. Quest'anno ho perso pure gli appunti che mi ero fatto giorno per giorno. Vabè ci provo lo stesso:
22/5/2015 - Partenza Bagnata….partenza bagnata!!!!
“Se gommo tiene io vince gara, se gommo no tiene io come bomba dentro montagna” diceva un “vecchio saggio” del settore….
In chiave rivista per l’occasione, alle 15,30 del pomeriggio del venerdì 22 maggio 2015, di partenza da Figline Valdarno alla volta del porto di Ancona stavo pensando : “se tempo tiene io prende traghetto, se tempo no tiene come bomba dentro area di servizio”!!!!!
Apparte gli scherzi quel giorno era prevista una vera e propria allerta meteo per tutto lo stivale in modo particolare marche e parte della toscana. Per motivi lavorativi non siamo potuti partire prima delle 15.30, il traghetto partiva da Ancona, direzione Spalato alle 20.15 e, malgrado il buon margine di tempo che comunque avevamo, ero un po’ preoccupato.
Il tempo da subito non tiene na cippa: pur con l’abbigliamento da pioggia il viaggio è un inferno bagnato. Pioveva molto e forte senza soluzione di continuità e la visibilità con camion e auto era davvero bassa. A sessanta km circa da Ancona, ci fermiamo in un area di servizio sulla superstrada per riposare un po’ e prendere qualcosa di caldo. Troviamo un signore di Roma su una r1200r, anche lui prendeva il traghetto per Spalato, la barista ci dirà poi che era lì ad aspettare dalle 14.00 che smettesse un po’ di piovere…
Arriviamo in orario al Porto, beffardamente era smesso di piovere, saliamo sul traghetto, ci sistemiamo sulla nave e, finalmente tranquilli confido alla mia compagnia Luz: “Sai ci sono stati momenti che credevo di lasciar perdere e di prendere il traghetto di domani mattina…” e lei, sorridendomi: “Davvero? Io me la sono dormita alla grandissima.”
Le bombe d’acqua meglio della camomilla….
23/05/2015 - Turkish way
Il traghetto non mi è mai piaciuto, a Luz ancora meno, specialmente se il mare è molto mosso, specialmente se il mare provoca....il mal di mare! Ma passa la notte e la mattina dopo siamo felici di vedere Spalato baciata da un timido sole.
Scendiamo dal traghetto dopo aver salutato alcuni motociclisti fra cui il nostro amico di Roma, il quale però era un po’ dolorante: era cascato sui binari dei trenini merci che tagliano la strada che, dagli uffici del porto arriva all’imbarco vero e proprio e che, con il bagnato diventa una bella trappola per chi è su due ruote.
Dirigiamo il giglio di firenze attaccato sul cupolino subito verso sud. Oggi abbiamo in programma di visitare l’Herzegovina.
Seguiamo la costa croata fino a Gradac, facendo un assaggio degli scorci che la bellissima strada statale 8 ha da offrire, poi giriamo verso nord-est in direzione del confine Bosniaco.
Lo attraversiamo senza grandi problemi facendo vedere carta verde e carta di identità.
A Ljubuški preleviamo un po’ di marchi convertibili, mangiamo un panino con dentro Ćevapčići (piccole salsicce speziate) e poi ci mettiamo in cerca delle Cascate di Kravice. Le troviamo senza difficoltà, la zona si raggiunge in moto, si paga circa 2 euro di ingresso a testa, poi si può scendere ancora con la moto fino a dove finisce l’asfalto. Un sentiero, porta fino alla base della cascata che si apre in un bel laghetto. Intorno la cascata che non è di grandi dimensioni è tutto verde e rigoglioso. D’estate bosniaci e turisti ci fanno il bagno. Noi invece ci godiamo una birra fresca nella terrazza di uno dei due locali in legno che si trovano in posizione strategicamente panoramica.
Cascate
Ci rilassiamo un po’, si sta d’incanto, sarebbe da prendere un’altra birra ma abbiamo ancora diversa strada e cose da fare. Ce la prendiamo comoda ma poi ci alziamo, paghiamo e ripartiamo.
Le strade in bosnia non sono molto buone, spesso se ne trovano di strette e dissestate.
Sostiamo anche a Medjugore, sul traghetto c’erano tanti gruppi che facevano il viaggio col solo scopo. Ci fermiamo nel paese dove c’è la chiesa. Ci sono anche tanti negozietti che vendono oggetti di culto e non.
Poi andiamo a visitare un altro luogo di Culto: il Monastero Derviscio di Blagaj. La struttura non è molto grande, per visitarla ci si deve togliere le scarpe e le donne coprirsi il capo e le parti scoperte. Il monastero è bello dentro e più bello fuori: si trova in una posizione spettacolare, alla foce del fiume Buna ed è costruito proprio sul costone di roccia della montagna con tanti ponticelli che collegano le due parti intorno al fiume dove sono stati allestiti ristoranti e negozietti.
Inoltre, sembra di essere in Turchia: all’interno del monastero c’è anche un bar/ristorante e nei tavolini fuori tanti turchi a bere çay….mi sembrava di essere tornato indietro di un anno.
Il Bellissimo Monastero di Blagaj
Uscito dalla visita del monastero vero e proprio vedo che un ragazzo mi sta aspettando, lo saluto cortesemente, lui si presenta come Ibrahim, dice di essere un motociclista Turco, mi aveva notato mentre parcheggiavo la moto alle pendici del monastero. Mi invita a prendere un çay al suo tavolo insieme a sua moglie e ad un'altra coppia di ragazzi. Mi dice che è in vacanza, ospite dell’altra coppia che abita a Sarajevo e che stanno facendo un giro del cantone dell’Herzegovina e che naturalmente non poteva mancare di visitare un luogo sacro come il Monastero, ristrutturato, mi racconta, proprio su iniziativa del governo turco. Poi iniziamo a parlare dei nostri rispettivi paesi, di questo viaggio e del suo futuro in Italia che dovrebbe avvenire a fine agosto. Speriamo di potergli fare da guida per le colline toscane.
Poi ci salutiamo per rivedersi a Mostar, prossima tappa per entrambi. Loro sono in auto e sua moglie Bilge ci scatta qualche foto mentre siamo in moto, che poi ci invierà.
Entrando nella periferia di Mostar vediamo tanti palazzi trivellati dai colpi del mortaio come ferite ancora aperte a distanza di 20 anni….Arriviamo verso le 16.00. E’ stata una giornata discretamente lunga e decidiamo di fermarsi. Prima di cercare un albergo facciamo una passeggiata nel piccolo centro storico dominato dallo Stari Most, il ponte distrutto e poi ricostruito sul fiume Neretva, dove ritroviamo Ibrahim, Bilge ed i loro amici mentre un giovane a torso nudo sale scavalca il corrimano del ponte per buttarsi giù nel fiume: i giovani di Mostar si allenano fin da piccoli a fare tuffi nel fiume sempre da più in alto fino a spiccare il salto proprio dal ponte. Chiaramente per tuffarsi voleva una bella colletta da parte di tutti i turisti, circa 100 €….
Ti tuffi o non ti tuffi?
Il centro storico è piccolo ma piacevole, tutto in pietra, può bastare anche una mezza giornata per visitare la moschea, tutto il centro storico e magari scendere fin sotto il fiume.
Noi invece la sera siamo ancora a Mostar e mangiamo nella terrazza di un ristorante vista ponte, una bella trota pescata sotto i nostri piedi ed una fetta all’erzegovina, una roba leggera: fetta di carne ai ferri con sopra formaggio locale di capra spalmato e sopra ancora un uovo affrittellato. Si è stata una mia idea e si, non è stata una buona idea.
Aver visitato Mostar è stata invece un'ottima idea
22/5/2015 - Partenza Bagnata….partenza bagnata!!!!
“Se gommo tiene io vince gara, se gommo no tiene io come bomba dentro montagna” diceva un “vecchio saggio” del settore….
In chiave rivista per l’occasione, alle 15,30 del pomeriggio del venerdì 22 maggio 2015, di partenza da Figline Valdarno alla volta del porto di Ancona stavo pensando : “se tempo tiene io prende traghetto, se tempo no tiene come bomba dentro area di servizio”!!!!!
Apparte gli scherzi quel giorno era prevista una vera e propria allerta meteo per tutto lo stivale in modo particolare marche e parte della toscana. Per motivi lavorativi non siamo potuti partire prima delle 15.30, il traghetto partiva da Ancona, direzione Spalato alle 20.15 e, malgrado il buon margine di tempo che comunque avevamo, ero un po’ preoccupato.
Il tempo da subito non tiene na cippa: pur con l’abbigliamento da pioggia il viaggio è un inferno bagnato. Pioveva molto e forte senza soluzione di continuità e la visibilità con camion e auto era davvero bassa. A sessanta km circa da Ancona, ci fermiamo in un area di servizio sulla superstrada per riposare un po’ e prendere qualcosa di caldo. Troviamo un signore di Roma su una r1200r, anche lui prendeva il traghetto per Spalato, la barista ci dirà poi che era lì ad aspettare dalle 14.00 che smettesse un po’ di piovere…
Arriviamo in orario al Porto, beffardamente era smesso di piovere, saliamo sul traghetto, ci sistemiamo sulla nave e, finalmente tranquilli confido alla mia compagnia Luz: “Sai ci sono stati momenti che credevo di lasciar perdere e di prendere il traghetto di domani mattina…” e lei, sorridendomi: “Davvero? Io me la sono dormita alla grandissima.”
Le bombe d’acqua meglio della camomilla….
23/05/2015 - Turkish way
Il traghetto non mi è mai piaciuto, a Luz ancora meno, specialmente se il mare è molto mosso, specialmente se il mare provoca....il mal di mare! Ma passa la notte e la mattina dopo siamo felici di vedere Spalato baciata da un timido sole.
Scendiamo dal traghetto dopo aver salutato alcuni motociclisti fra cui il nostro amico di Roma, il quale però era un po’ dolorante: era cascato sui binari dei trenini merci che tagliano la strada che, dagli uffici del porto arriva all’imbarco vero e proprio e che, con il bagnato diventa una bella trappola per chi è su due ruote.
Dirigiamo il giglio di firenze attaccato sul cupolino subito verso sud. Oggi abbiamo in programma di visitare l’Herzegovina.
Seguiamo la costa croata fino a Gradac, facendo un assaggio degli scorci che la bellissima strada statale 8 ha da offrire, poi giriamo verso nord-est in direzione del confine Bosniaco.
Lo attraversiamo senza grandi problemi facendo vedere carta verde e carta di identità.
A Ljubuški preleviamo un po’ di marchi convertibili, mangiamo un panino con dentro Ćevapčići (piccole salsicce speziate) e poi ci mettiamo in cerca delle Cascate di Kravice. Le troviamo senza difficoltà, la zona si raggiunge in moto, si paga circa 2 euro di ingresso a testa, poi si può scendere ancora con la moto fino a dove finisce l’asfalto. Un sentiero, porta fino alla base della cascata che si apre in un bel laghetto. Intorno la cascata che non è di grandi dimensioni è tutto verde e rigoglioso. D’estate bosniaci e turisti ci fanno il bagno. Noi invece ci godiamo una birra fresca nella terrazza di uno dei due locali in legno che si trovano in posizione strategicamente panoramica.
Cascate
Ci rilassiamo un po’, si sta d’incanto, sarebbe da prendere un’altra birra ma abbiamo ancora diversa strada e cose da fare. Ce la prendiamo comoda ma poi ci alziamo, paghiamo e ripartiamo.
Le strade in bosnia non sono molto buone, spesso se ne trovano di strette e dissestate.
Sostiamo anche a Medjugore, sul traghetto c’erano tanti gruppi che facevano il viaggio col solo scopo. Ci fermiamo nel paese dove c’è la chiesa. Ci sono anche tanti negozietti che vendono oggetti di culto e non.
Poi andiamo a visitare un altro luogo di Culto: il Monastero Derviscio di Blagaj. La struttura non è molto grande, per visitarla ci si deve togliere le scarpe e le donne coprirsi il capo e le parti scoperte. Il monastero è bello dentro e più bello fuori: si trova in una posizione spettacolare, alla foce del fiume Buna ed è costruito proprio sul costone di roccia della montagna con tanti ponticelli che collegano le due parti intorno al fiume dove sono stati allestiti ristoranti e negozietti.
Inoltre, sembra di essere in Turchia: all’interno del monastero c’è anche un bar/ristorante e nei tavolini fuori tanti turchi a bere çay….mi sembrava di essere tornato indietro di un anno.
Il Bellissimo Monastero di Blagaj
Uscito dalla visita del monastero vero e proprio vedo che un ragazzo mi sta aspettando, lo saluto cortesemente, lui si presenta come Ibrahim, dice di essere un motociclista Turco, mi aveva notato mentre parcheggiavo la moto alle pendici del monastero. Mi invita a prendere un çay al suo tavolo insieme a sua moglie e ad un'altra coppia di ragazzi. Mi dice che è in vacanza, ospite dell’altra coppia che abita a Sarajevo e che stanno facendo un giro del cantone dell’Herzegovina e che naturalmente non poteva mancare di visitare un luogo sacro come il Monastero, ristrutturato, mi racconta, proprio su iniziativa del governo turco. Poi iniziamo a parlare dei nostri rispettivi paesi, di questo viaggio e del suo futuro in Italia che dovrebbe avvenire a fine agosto. Speriamo di potergli fare da guida per le colline toscane.
Poi ci salutiamo per rivedersi a Mostar, prossima tappa per entrambi. Loro sono in auto e sua moglie Bilge ci scatta qualche foto mentre siamo in moto, che poi ci invierà.
Entrando nella periferia di Mostar vediamo tanti palazzi trivellati dai colpi del mortaio come ferite ancora aperte a distanza di 20 anni….Arriviamo verso le 16.00. E’ stata una giornata discretamente lunga e decidiamo di fermarsi. Prima di cercare un albergo facciamo una passeggiata nel piccolo centro storico dominato dallo Stari Most, il ponte distrutto e poi ricostruito sul fiume Neretva, dove ritroviamo Ibrahim, Bilge ed i loro amici mentre un giovane a torso nudo sale scavalca il corrimano del ponte per buttarsi giù nel fiume: i giovani di Mostar si allenano fin da piccoli a fare tuffi nel fiume sempre da più in alto fino a spiccare il salto proprio dal ponte. Chiaramente per tuffarsi voleva una bella colletta da parte di tutti i turisti, circa 100 €….
Ti tuffi o non ti tuffi?
Il centro storico è piccolo ma piacevole, tutto in pietra, può bastare anche una mezza giornata per visitare la moschea, tutto il centro storico e magari scendere fin sotto il fiume.
Noi invece la sera siamo ancora a Mostar e mangiamo nella terrazza di un ristorante vista ponte, una bella trota pescata sotto i nostri piedi ed una fetta all’erzegovina, una roba leggera: fetta di carne ai ferri con sopra formaggio locale di capra spalmato e sopra ancora un uovo affrittellato. Si è stata una mia idea e si, non è stata una buona idea.
Aver visitato Mostar è stata invece un'ottima idea
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