annuncio

Comprimi
Ancora nessun annuncio.

Balcanicamente: Croazia, Bosnia Herzegovina e un po' di Montenegro

Comprimi
X
 
  • Filtro
  • Ora
  • Visualizza
Elimina tutto
nuovi messaggi

  • Balcanicamente: Croazia, Bosnia Herzegovina e un po' di Montenegro

    Come l'anno scorso scrivo il report 2 mesi dopo rispetto al viaggio. Quest'anno ho perso pure gli appunti che mi ero fatto giorno per giorno. Vabè ci provo lo stesso:



    22/5/2015 - Partenza Bagnata….partenza bagnata!!!!

    “Se gommo tiene io vince gara, se gommo no tiene io come bomba dentro montagna” diceva un “vecchio saggio” del settore….

    In chiave rivista per l’occasione, alle 15,30 del pomeriggio del venerdì 22 maggio 2015, di partenza da Figline Valdarno alla volta del porto di Ancona stavo pensando : “se tempo tiene io prende traghetto, se tempo no tiene come bomba dentro area di servizio”!!!!!



    Apparte gli scherzi quel giorno era prevista una vera e propria allerta meteo per tutto lo stivale in modo particolare marche e parte della toscana. Per motivi lavorativi non siamo potuti partire prima delle 15.30, il traghetto partiva da Ancona, direzione Spalato alle 20.15 e, malgrado il buon margine di tempo che comunque avevamo, ero un po’ preoccupato.

    Il tempo da subito non tiene na cippa: pur con l’abbigliamento da pioggia il viaggio è un inferno bagnato. Pioveva molto e forte senza soluzione di continuità e la visibilità con camion e auto era davvero bassa. A sessanta km circa da Ancona, ci fermiamo in un area di servizio sulla superstrada per riposare un po’ e prendere qualcosa di caldo. Troviamo un signore di Roma su una r1200r, anche lui prendeva il traghetto per Spalato, la barista ci dirà poi che era lì ad aspettare dalle 14.00 che smettesse un po’ di piovere…

    Arriviamo in orario al Porto, beffardamente era smesso di piovere, saliamo sul traghetto, ci sistemiamo sulla nave e, finalmente tranquilli confido alla mia compagnia Luz: “Sai ci sono stati momenti che credevo di lasciar perdere e di prendere il traghetto di domani mattina…” e lei, sorridendomi: “Davvero? Io me la sono dormita alla grandissima.”
    Le bombe d’acqua meglio della camomilla….


    23/05/2015 - Turkish way

    Il traghetto non mi è mai piaciuto, a Luz ancora meno, specialmente se il mare è molto mosso, specialmente se il mare provoca....il mal di mare! Ma passa la notte e la mattina dopo siamo felici di vedere Spalato baciata da un timido sole.

    Scendiamo dal traghetto dopo aver salutato alcuni motociclisti fra cui il nostro amico di Roma, il quale però era un po’ dolorante: era cascato sui binari dei trenini merci che tagliano la strada che, dagli uffici del porto arriva all’imbarco vero e proprio e che, con il bagnato diventa una bella trappola per chi è su due ruote.

    Dirigiamo il giglio di firenze attaccato sul cupolino subito verso sud. Oggi abbiamo in programma di visitare l’Herzegovina.
    Seguiamo la costa croata fino a Gradac, facendo un assaggio degli scorci che la bellissima strada statale 8 ha da offrire, poi giriamo verso nord-est in direzione del confine Bosniaco.
    Lo attraversiamo senza grandi problemi facendo vedere carta verde e carta di identità.
    A Ljubuški preleviamo un po’ di marchi convertibili, mangiamo un panino con dentro Ćevapčići (piccole salsicce speziate) e poi ci mettiamo in cerca delle Cascate di Kravice. Le troviamo senza difficoltà, la zona si raggiunge in moto, si paga circa 2 euro di ingresso a testa, poi si può scendere ancora con la moto fino a dove finisce l’asfalto. Un sentiero, porta fino alla base della cascata che si apre in un bel laghetto. Intorno la cascata che non è di grandi dimensioni è tutto verde e rigoglioso. D’estate bosniaci e turisti ci fanno il bagno. Noi invece ci godiamo una birra fresca nella terrazza di uno dei due locali in legno che si trovano in posizione strategicamente panoramica.


    Cascate

    Ci rilassiamo un po’, si sta d’incanto, sarebbe da prendere un’altra birra ma abbiamo ancora diversa strada e cose da fare. Ce la prendiamo comoda ma poi ci alziamo, paghiamo e ripartiamo.

    Le strade in bosnia non sono molto buone, spesso se ne trovano di strette e dissestate.

    Sostiamo anche a Medjugore, sul traghetto c’erano tanti gruppi che facevano il viaggio col solo scopo. Ci fermiamo nel paese dove c’è la chiesa. Ci sono anche tanti negozietti che vendono oggetti di culto e non.

    Poi andiamo a visitare un altro luogo di Culto: il Monastero Derviscio di Blagaj. La struttura non è molto grande, per visitarla ci si deve togliere le scarpe e le donne coprirsi il capo e le parti scoperte. Il monastero è bello dentro e più bello fuori: si trova in una posizione spettacolare, alla foce del fiume Buna ed è costruito proprio sul costone di roccia della montagna con tanti ponticelli che collegano le due parti intorno al fiume dove sono stati allestiti ristoranti e negozietti.
    Inoltre, sembra di essere in Turchia: all’interno del monastero c’è anche un bar/ristorante e nei tavolini fuori tanti turchi a bere çay….mi sembrava di essere tornato indietro di un anno.


    Il Bellissimo Monastero di Blagaj

    Uscito dalla visita del monastero vero e proprio vedo che un ragazzo mi sta aspettando, lo saluto cortesemente, lui si presenta come Ibrahim, dice di essere un motociclista Turco, mi aveva notato mentre parcheggiavo la moto alle pendici del monastero. Mi invita a prendere un çay al suo tavolo insieme a sua moglie e ad un'altra coppia di ragazzi. Mi dice che è in vacanza, ospite dell’altra coppia che abita a Sarajevo e che stanno facendo un giro del cantone dell’Herzegovina e che naturalmente non poteva mancare di visitare un luogo sacro come il Monastero, ristrutturato, mi racconta, proprio su iniziativa del governo turco. Poi iniziamo a parlare dei nostri rispettivi paesi, di questo viaggio e del suo futuro in Italia che dovrebbe avvenire a fine agosto. Speriamo di potergli fare da guida per le colline toscane.
    Poi ci salutiamo per rivedersi a Mostar, prossima tappa per entrambi. Loro sono in auto e sua moglie Bilge ci scatta qualche foto mentre siamo in moto, che poi ci invierà.

    Entrando nella periferia di Mostar vediamo tanti palazzi trivellati dai colpi del mortaio come ferite ancora aperte a distanza di 20 anni….Arriviamo verso le 16.00. E’ stata una giornata discretamente lunga e decidiamo di fermarsi. Prima di cercare un albergo facciamo una passeggiata nel piccolo centro storico dominato dallo Stari Most, il ponte distrutto e poi ricostruito sul fiume Neretva, dove ritroviamo Ibrahim, Bilge ed i loro amici mentre un giovane a torso nudo sale scavalca il corrimano del ponte per buttarsi giù nel fiume: i giovani di Mostar si allenano fin da piccoli a fare tuffi nel fiume sempre da più in alto fino a spiccare il salto proprio dal ponte. Chiaramente per tuffarsi voleva una bella colletta da parte di tutti i turisti, circa 100 €….


    Ti tuffi o non ti tuffi?

    Il centro storico è piccolo ma piacevole, tutto in pietra, può bastare anche una mezza giornata per visitare la moschea, tutto il centro storico e magari scendere fin sotto il fiume.
    Noi invece la sera siamo ancora a Mostar e mangiamo nella terrazza di un ristorante vista ponte, una bella trota pescata sotto i nostri piedi ed una fetta all’erzegovina, una roba leggera: fetta di carne ai ferri con sopra formaggio locale di capra spalmato e sopra ancora un uovo affrittellato. Si è stata una mia idea e si, non è stata una buona idea.


    Aver visitato Mostar è stata invece un'ottima idea
    Ultima modifica di Noah; 16-08-15, 14:27. Motivo: Correzione
    Honda XL 600 V Transalp - 1990 - La Moto : grazie a lei....

    Yamaha TDM 900 - 2010 : Lei è Nera....ed è bellissima.

  • #2
    24/05/2015
    La mattina ripartiamo dopo colazione. Prendiamo l’E73 in direzione di Sarajevo, nostra prossima meta. Ci separano solo 130 km circa, ce la prendiamo comoda, la strada è discretamente buona, fino a Konjic la Neretva col suo bel colore blu intenso ci fa compagnia alla nostra sinistra. Troviamo anche il bel lago di Jablanica di cui la Neretva è immissario ed emissario, se vi trovate lì verso l’ora di pranzo ci sono vari locali vista lago. Per noi è troppo presto, si continua verso la meta. Si sale e si scende una divertente strada montana, poi gradualmente iniziamo a vedere il profilarsi dei palazzi della capitale così come piano piano il cielo si oscura sempre di più. Arriviamo sotto la pioggia battente, il nostro b&b si trova sulle colline di Sarajevo a nord-est del centro storico.
    Percorriamo con la moto tutta Sarajevo, passando dalla strada del dragone di Bosnia, più tristemente conosciuta come Viale dei Cecchini, superiamo l’Holiday Inn e le Torri Gemelle e tanti palazzi ancora trivellati, in terra le Rose di Sarajevo….


    L'unico Hotel aperto ai tempi della guerra, rifugio dei giornalisti internazionali.

    Continuiamo lungo il centro per poi salire sulla collina dove tante stele grigie si profilano davanti a noi. Superiamo questo grandissimo cimitero musulmano (Il cimitero Koševo scopriremo successivamente), siamo quasi arrivati al B&B . Ci apre il sorriso solare di Sedana la titolare, faccio un po’ di manovre per sistemare la moto nel giardino chiuso dal portone della casa e poi ci sistemiamo nella camera.
    Scendiamo poi verso il centro ombrello (aperto) alla mano. In 10 minuti siamo giù nel quartiere Musulmano della Baščaršija, ci perdiamo nei suoi mercati e bancarelle.


    La Fontana dei Piccioni

    Sarajevo è davvero un punto di incontro fortissimo tra culture, religioni e modi di vivere.


    Baščaršija

    La sera, su suggerimento di Toscanovolante, vado a mangiare al Pivara, locale accanto alla omonima Fabbrica della Birra che, nei tempi della guerra ha fornito acqua potabile a tutta la città: birra ottima e si mangia pure bene.

    25/05/2015
    Intera giornata dedicata a questa splendida città e alle sue memorie purtroppo non altrettanto belle…Scendiamo a piedi verso Baščaršija, piove e fa anche abbastanza freddo, dal cimitero Koševo occhi che ci osservano: i loro proprietari, una decina di cani randagi, cercano riparo dall’acqua sotto gli alberi e la cupola centrale…
    Prendiamo il tram che ci porta fino al quartiere di Ilidža,vicino l’Aeroporto. Di tram ne passano di tutti i tipi e colori, dai moderni a quelli un po' più attempati: vale la regola che finchè funzionano si utilizzano.


    Questo era il tram per il viaggio di ritorno.

    Dalla stazione dei Tram di Ilidža dobbiamo obbligatoriamente prendere un taxi fino al Museo del Tunnel, il tunnel della speranza, che salvò la città dalla resa definitiva negli anni 90’.





    Ritorniamo poi sul viale dei cecchini dove visitiamo il museo del 900' di storia della Bosnia e Herzegovina.
    Questa è stata una giornata davvero impegnativa. Un po’ storditi rientriamo verso il centro dove ci beviamo un buon çay ed un caffè bosniaco mentre scriviamo qualche cartolina.



    Rientriamo alla sera, dopo aver cenato, al nostro b&b, Sedana ci ha lasciato all’ingresso un piccolo presente: una calamita con l’immagine della fontana della Piazza dei Piccioni, simbolo di Baščaršija ed un biglietto di auguri di buon viaggio.
    Sarajevo non è molto grande, ma ha qualcosa di magico, ti volti da un lato e vedi una città di stampo austrungarico, ti volti dall'altro e ti ritrovi nel centro di una città mediorientale e, se Istanbul (che per me è una delle città più belle del mondo) è sicuramente il ponte fra oriente e occidente, questa città europea si ramifica anche verso altre direzioni: qui convivono, purtroppo non senza difficoltà, Cattolicesimo, Islamismo, Cristianesimo Ordodosso ed Ebraismo.

    Ultima modifica di Noah; 16-08-15, 15:51. Motivo: Correzione
    Honda XL 600 V Transalp - 1990 - La Moto : grazie a lei....

    Yamaha TDM 900 - 2010 : Lei è Nera....ed è bellissima.

    Commenta


    • #3
      Bene Noah , seguo con interesse visto che ultimamente sono molto attratto dai Balcani .
      Osservazione che vale per tutti i viaggi Balcanici : perché la Serbia è presa pochissimo in considerazione ? veramente difficile trovare report di viaggi in questa nazione ( quella che mi attrae maggiormente ) .. ovviamente non è una critica al vostro viaggio , bello il report e avanti così
      Ho speso gran parte dei miei soldi in belle donne , alcool e automobili veloci .
      Il resto l'ho sperperato - George Best -

      C'è solo l'INTER :tie: honda transalp 600 yamaha xt600e ducati 900 ss

      Commenta


      • #4
        Mi piace....riaffiorano ricordi.....bella storia e aspetto il seguito...

        Commenta


        • #5
          Originariamente inviato da bino65 Visualizza il messaggio
          Bene Noah , seguo con interesse visto che ultimamente sono molto attratto dai Balcani .
          Osservazione che vale per tutti i viaggi Balcanici : perché la Serbia è presa pochissimo in considerazione ? veramente difficile trovare report di viaggi in questa nazione ( quella che mi attrae maggiormente ) .. ovviamente non è una critica al vostro viaggio , bello il report e avanti così
          Ciao, almeno per quanto mi riguarda non avrei avuto tempo e, se ne avessi avuto, forse avrei optato per scendere ancora di più fino all'albania e la grecia.
          Ma spero di leggere qualche report sulla serbia così da interessarmi ed incuriosirmi anche su di essa. Magari sarai tu a scriverlo
          Honda XL 600 V Transalp - 1990 - La Moto : grazie a lei....

          Yamaha TDM 900 - 2010 : Lei è Nera....ed è bellissima.

          Commenta


          • #6
            26/05/2015
            Ripartiamo la mattina presto. I piani originali prevedevano di accedere al Montenegro e di andare a scoprire il Parco Nazionale del Durmitur.
            Le condizioni Meteo, la pioggia ed il freddo che abbiamo e stavamo accusando ci fa cambiare in corsa i nostri programmi. La sera prima, controllando il meteo, capiamo che sul Durmitur avremmo trovato soltanto delle condizioni climatiche più avverse mentre sul mare la situazione sarebbe stata in forte miglioramento.
            Da Sarajevo ci dirigiamo dunque a Est verso Foča, per poi costeggiare le montagne montenegrine fino a Trebinje. Entriamo quasi subito nella Repubblica SRPSKA. Sulla strada noto un Varadero, con pilota e passeggero, fermo a fare benzina, in queste zone non se ne vedono di moto: suono il clacson e li saluto, loro alzano la mano in segno di risposta. Non avendo fatto colazione ci fermiamo davanti a quello che sembra essere un semplice capanno da caccia che si rivelerà essere davvero solo un capanno da caccia: non vendono niente ma ci viene detto di stare molto attenti che la strada è in condizioni pessime e da bagnata risulta molto pericolosa. Sentiamo il suono del clakson del Varadero che ci supera coi i suoi passeggeri che ci salutano, contraccambiamo.
            Ripartiamo anche noi, effettivamente tutta la strada che percorreremo si rivelerà molto brutta e pericolosa, nella prima parte si percorre una stretta gola con le pareti a strapiombo sulla strada da un lato ed il fiume drina prima ed un suo affluente dopo dall’altro, cartelli di pericolo di caduta massi e sassi belli grossi sulla carreggiata a titolo esemplificativo, umidità e un freddo cane. Dimenticavo che qua la guida è molto allegra per usare un eufemismo.
            Anche dopo la strada non migliora, anche se usciamo dalla stretta gole e passiamo da una bella zona di montagna, l’attenzione deve rimanere massima poiché subentra il pericolo delle mucche sulla strada (oltre alla pioggia ed alle formula uno travestite da skoda), addirittura le troveremo 4 o 5 dentro una galleria a chiuderne l’uscita!


            Cows into the Tunnel

            Intanto risalutiamo il Varadero, fermo per una sosta.
            Il tempo comincia a migliorare, arriviamo a Gacko, un paese su un bell’altopiano purtroppo rovinato da fabbriche e ciminiere. Ci fermiamo comunque a mangiare e bere qualcosa di caldo.
            Ripartiamo rinvigoriti, attraversiamo l’altopiano di Gacko che si rivelerà, una volta persa di vista la città fumante, molto gradevole tanto da fermarci a fare qualche foto. Riconosciamo il suono familiare del Varadero.



            Poco dopo ripartiamo anche noi, passiamo attraverso un bosco con cartelli di pericolo di mine antiuomo affissi un po’ ovunque ed arriviamo finalmente a Trebinje dove troviamo e conosciamo proprio i proprietari del Varadero, accanto al quale, parcheggiamo casualmente.
            Loro sono una coppia greca di Kavalà diretti a Mostar. Abbiamo condiviso i nostri itinerari, quando ho detto loro che andavamo a Dubrovnik si sono illuminati in un sorriso descrivendocela come bellissima. Ci salutiamo e ci auguriamo buona strada, loro ripartono mentre noi ci fermiamo a riposarci un po’ e a visitare il paese.
            Ripartiamo con il cielo che si apre definitivamente e la vegetazione che assume sempre di più i connotati della tipica macchia mediterranea.
            Siamo ancora in Bosnia quando intravediamo il mare che poi seguiremo dall’alto della strada costiera fino al confine.



            La strada costiera per Dubrovnik è chiusa per lavori, questo ci toglie dagli occhi il più bel biglietto da visita della città, ovverò vedere la città vecchia dall’alto, uno spettacolo che ci riserveremo però per il più bello degli arrivederci.
            Questo ci permette inoltre di arrivare la sera in città completamente stupiti, in quanto non coscienti della sua bellezza e conformazione.
            Rimarremo a Dubrovnik due notti, ospiti di una Sobe di due arzilli vecchietti (Nikola e sua moglie) proprietari di una bella casetta di pietra bianca con un balcone che guardava direttamente l’insenatura del porto di Dubrovnik e dal quale, la sera, appena arrivati, ci siamo ricaricati al sole calante con una bella birra offerta come aperitivo di benvenuto.



            Su consiglio di Nikola abbiamo cenato al porto al ristorante Amfora. Veramente di livello, ricordo un risotto al nero di seppia ed un filetto di persico davvero eccellenti. I prezzi sono da Dubrovnik, cioè altini e non in linea con il resto della Croazia.
            Dopo cena ci facciamo una lunga ma piacevole camminata fino alla città vecchia.
            Dubrovnik è bellissima, città fortificata sul mare, città veneziana nobile e splendente di marmo bianco. Ci ha fatto letteralmente restare a bocca aperta, da considerarsi tappa immancabile di ogni viaggio nei Balcani.

            27/05/2015
            La mattina, dopo un’ottima colazione, andiamo sempre a piedi verso la città vecchia dove, subito accanto c’è la sua spiaggia, di sassi bianchi e con un mare azzurro e pulito. Il mare, considerati i freddi giorni passati è discretamente freddo ma il bagno lo facciamo lo stesso e ci godiamo la giornata fino a pomeriggio inoltrato. Poi, torniamo a goderci la città vecchia, questa volta alla luce naturale del giorno e poi fino a sera inoltrata.





            Honda XL 600 V Transalp - 1990 - La Moto : grazie a lei....

            Yamaha TDM 900 - 2010 : Lei è Nera....ed è bellissima.

            Commenta


            • #7
              28/05/2015
              Non essere andati in Montenegro non mi è andato giù. Volevo visitare il Durmitur, le Gole del Fiume Tara, il lago di Skutari…ormai però eravamo un po’ fuori rotta per tempistiche e necessità di fare un po’ di mare da parte di entrambi. Saluto con affetto i nostri anziani e sempre sorridenti padroni di casa, saluto la città vecchia che vista dall’alto è forse ancora più bella e vado verso il Montenegro comunque. Almeno il Golfo di Kotor ed il Monte Lovcen voglio vederli.
              Arriviamo velocemente alla frontiera dove, insieme a noi, sono in attesa altri motociclisti. Anche qui si deve far vedere la carta verde e carta di identità.
              Poi ci immergiamo nelle belle curve dei fiordi, percorrendo tutta la bella strada fino alla città di Kotor. Per chi ha visitato la Norvegia, forse risulterà improprio parlare di fiordi a questa latitudine. Personalmente, da profano, dico solo che l’impatto è molto molto bello e godibile.



              Superiamo Kotor e, invece di andare verso Budva, svoltiamo a sinistra ed imbocchiamo la strada dei 50 tornanti…di cui almeno 30 a U, strada panoramica a picco proprio sulle Bocche di Kotor, bellissima ma anche stretta ed impegnativa, specie perché ci passano, con manovre al limite dell’impossibile, i pulman delle gite organizzate.
              Ad ogni modo il panorama è davvero godibilissimo, ad ogni curva toccherebbe fermarsi e più si sale e più ci si rende conto dell’incredibile conformazione di queste insenature che contendono il posto al mare.





              Quando la strada ritorna ad essere più lineare siamo già alti, pranziamo in un ristorante con un pergolato a picco sul golfo: ordiniamo agnello in umido, prosciutto affumicato e insalata, ci godiamo la vista stupenda, poi ripartiamo svoltando quasi subito sulla destra per il Parco Nazionale del Monte Lovcen. L’ingresso costa 2 o 3 euro a persona. Da qui si accede al centro nevralgico della resistenza montenegrina, un luogo sacro per questo popolo, si perde di vista il mare, il paesaggio diventa montagnoso, aspro, si sale e si sale ancora, troviamo pure la neve e finalmente la vetta, dove parcheggiamo la moto, ci godiamo l’aria frizzante.



              Poi vediamo che la strada non è finita: 461 scalini ci fanno salire ancora più in alto. Il tutto profuma di avventura: alla fine della scalinata una rampa di pietra si conclude davanti ad un fortino di pietra: il Mausoleo di Njegos, padre fondatore, poeta e uomo illuminato del Montenegro.





              Due monumentali Cariatidi di granito nero ci bloccano la strada alla tomba. Anche il bigliettaio ci blocca la strada. Tre euro (a testa) ci permettono di superare Cariatidi e Bigliettaio, visitiamo così la statua di granito nero di Njegos all’interno di una stanza il cui soffitto è ricoperto di tessere di mosaico dorate e, la sotterranea tomba.



              Usciamo dalla parte opposta del mausoleo dove un sentiero di pietra porta infine ad una piattaforma panoramica circolare. Siamo soli. Il luogo appare magico.


              Qui qualcuno si chiese se si trovava in paradiso o sulla luna….

              Riscendiamo passando stavolta dall’antica capitale Montenegrina Cetinje, dove troviamo appese sopra la strada un sacco di bandierine italiane: pochi giorni prima era stato loro ospite il nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
              Scendiamo nuovamente a Kotor dove prendiamo una camera per una notte in una casa privata. Kotor è una città fortificata riporta influenze romane e veneziane, bella, anche se visitarla dopo Dubrovnik le fa perdere inesorabilmente il confronto.
              Honda XL 600 V Transalp - 1990 - La Moto : grazie a lei....

              Yamaha TDM 900 - 2010 : Lei è Nera....ed è bellissima.

              Commenta


              • #8
                C'è sempre da imparare

                Finora di tutto il viaggio ci mancano solo le cascate iniziali, il monastero, e la strada lungo confine tra Sarajevo e Trebinje; abbiamo fatto il percorso inverso e per scendere siamo andati da Sarajevo a Mostar, poi a Trebinje costeggiando la Neretva e poi andando in Montenegro attraverso la strada di confine Niksicka.
                In Bosnia ci torniamo di sicuro, e la prossima volta colmeremo anche queste lacune
                Gabriele da Gubbio
                Moto Guzzi Bellagio 940 2009 - Honda Transalp 650 2003 - BMW R 1100 RT 2000 - Moto Guzzi California EV 2005 - - Vespa 50 special 4 marce 1981

                Commenta


                • #9
                  Ci avevi parlato di quello che avevate visto, ma questo racconto, e soprattutto le foto, dicono mooolto di più!
                  Il mondo è troppo bello per sbirciarlo dal finestrino! Suzuki VStrom 1000 - Il piu' bel viaggio in moto? Il prossimo. BFS n.11
                  Quelli già fatti: http://www.madzilla.it - Velleità di scrittore

                  Commenta


                  • #10
                    Bei posti. Io sono stato in Croazia e Bosnia solo a Mostar l'anno scorso e mi sono piaciute moltissimo.
                    Triumph Tiger 800 XC

                    Commenta


                    • #11
                      29/05/2015 - Mljet

                      Di nuovo verso la Croazia, stavolta invece di fare tutte la strada costiera delle bocche di Kotor, prendiamo il traghettino che, nel punto più stretto del golfo ti porta dal porto di Lepetane a quello di Kamenari. Il prezzo mi pare sia per niente esoso ma non lo ricordo precisamente.
                      Ripassiamo dalla strada costiera croata e salutiamo la città vecchia di Dubrovnik dall’alto.
                      La costa croata e la sua strada statale n.8 sono uno spettacolo, ogni curva è una sorpresa, ogni chilometro vedi cose diverse, insenature, calette, isole, canali, città che cominciano sulla costa e finiscono su un isola, a volte la strada è alta a picco sul mare, altre volte il mare puoi quasi toccarlo e, come ha detto un comune amico del forum, “bisognerebbe viaggiare con una protesi attaccata al nostro braccio sinistro che sistematicamente saluta tutti i motociclisti che si incrociano”, che sono tanti e tutti ben disposti a contraccambiare.
                      Noi però giriamo in direzione Ston, una cittadina con le mura dell’antico castello che si inerpicano sulla montagna in stile mini muraglia cinese, per poi prendere il traghetto per Mljet, l’isola scelta per passare qualche giorno di mare e relax.
                      Mljet è un isola verde, ricca di vegetazione, con il parco naturale nella punta ovest e spiaggie di sabbia fine, cosa singolare in croazia, nella punta est. Noi ci dirigiamo a Est verso Saplunara. Le strade dell’isola sono strade da isola, ovvero strette, a volte senza protezioni e liscie. Arriviamo a saplunara in circa 20 minuti. Sono circa le 16, il paese conta poche casette tutte affacciate sullo splendido golfo. Noi alloggeremo da Franka, suo figlio, gentilissimo e simpatico, in italiano ci accoglie e ci assegna una camera, spartana ma pulita, con un bel balcone, naturalmente vista mare. Rimarremo tre notti con il rumore delle piccole onde che si infrangono sulla spiaggia ad allietarci il sonno.




                      30/05/2015
                      Saplunara è stata davvero un oasi di relax e tranquillità, l’affittacamere è a gestione familiare e tutto o quasi proviene dal mare antistante, dall’orto coltivato da Franka e suo marito, oppure dagli alberi o campi coltivati vicini, come ad esempio le ciliegie.



                      Il giorno stavamo al mare e la sera sotto il pergolato a mangiare zuppa fatta in casa e pesce alla griglia con insalata e patatine fritte fresche e poi a frascheggiare parlando con il figlio di Franka e alcuni altri ospiti bevendo rakija.
                      Honda XL 600 V Transalp - 1990 - La Moto : grazie a lei....

                      Yamaha TDM 900 - 2010 : Lei è Nera....ed è bellissima.

                      Commenta


                      • #12
                        31/05/2015
                        Giornata dedicata al parco naturale di Mljet, un oasi verdeggiante con al suo interno due laghi salati collegati al mare aperto da uno stretto canale. Si paga un biglietto di ingresso per il quale consiglio di pagare l’aggiunta dell’utilizzo della barchetta che, oltre a portarvi da una parte all’altra del parco (per chi non vuole farselo a piedi o in bicicletta), traghetta anche sul piccolo isolotto centrale dove c’è un bel monastero Benedettino. Nei laghi è possibile fare il bagno, sono davvero stupendi, una turista svizzera ha detto che le pareva di trovarsi a Sankt. Moritz.





                        01/06/2015

                        Dopo un’ultima colazione a base di marmellata di ciliegie fatta rigorosamente in casa, salutiamo la famiglia Franka e ripartiamo alla volta del traghetto che ci riporterà sulla terraferma. La prossima tappa è da decidere, ci sono solo due punti fermi, incontrare un amico lungo la strada e poi salire abbastanza in su in modo tale da raggiungere, con calma il giorno dopo i laghi di Plitvice.
                        Giunti sulla terra ferma riprendiamo la splendida super strada 8, attraversiamo la parte costiera della Bosnia e scendiamo nel porticciolo di Podgora, dove parcheggiata, trovo una Guzzi Stelvio Arancione: sul baule c’è scritto Madzilla, i proprietari, Valerio ed Elisabetta, ci stanno aspettando sorridenti.
                        Fin dai preparativi del viaggio in territorio comune avevamo detto di trovarsi per bere qualcosa insieme. Ma tra il dire ed il fare, in queste situazioni, spesso ci sono di mezzo inconvenienti e contrattempi. Invece Valerio un paio di giorni prima dell’incontro, puntuale, mi ha chiamato e, appurato che le nostre traiettorie erano convergenti (lui scendeva da Trogir per imbarcarsi a Hvar), ci siamo incontrati ed abbiamo parlato dei nostri viaggi, del forum e naturalmente di moto sorseggiando una bibita fresca che i coniugi Madzilla hanno gentilmente offerto. Ringraziamo e ringraziamo soprattutto di aver avuto la possibilità di conoscere Valerio ed Elisabetta.
                        Ci salutiamo poi augurandoci buona strada. Una volta tornati entrambi a casa, ci siamo scritti e siamo stati lieti di sapere che anche la loro vacanza è continuata bene e senza intoppi. Bene.



                        Ritorniamo sulla statale 8 scendendo proprio su Trogir. Non siamo entrati a visitarla ma già dall’alto si capisce tutta la particolarità di una città che comincia sulla terra ferma e finisce sull’isola di fronte collegata da un ponte.
                        Noi continuamo il viaggio, valutiamo, stanchi e accaldati di fermasi sull’isola di Murter, la percorriamo tutta ma non ci pare niente di particolare. Decidiamo così di arrivare a Zara, ovviamente prima che tramonti il sole. La statale 8 scende a sfioro d’acqua, la strada diventa meno impegnativa anche se sempre sinuosa. La velocità che si poteva tenere era alta. Arriviamo senza difficoltà di fronte alle mura della città vecchia di Zara, parcheggiamo la moto ed andiamo ad attendere il tramonto sui gradini dell’organo marino, ascoltando la sua musica, sorseggiando chi una birra e chi una spremuta fresca.





                        Poi facciamo una passeggiata per le strade lastricate di Zara, altra bella cittadina della nostra Repubblica Marinara di Venezia, poi andiamo a cercare una sobe per passare la notte.
                        Honda XL 600 V Transalp - 1990 - La Moto : grazie a lei....

                        Yamaha TDM 900 - 2010 : Lei è Nera....ed è bellissima.

                        Commenta


                        • #13
                          02/06/2015

                          Partiamo con calma andando a fare colazione a Nin, altro piccola perla di questa bellissimo paese.



                          Salutiamo quindi la costa croata, facciamo un pezzo di autostrada fino a Gornja Ploča e poi prendiamo la fresca statale 1 che ci porta diritti ai Laghi di Plitvice. La nostra casetta di legno, dove staremo per due notti, subito fuori del parco, aveva anche la piscina e ne abbiamo beneficiato fino a che il sole non è sceso fino a lasciarla all’ombra. Il parco naturale di Plitvice si trova a circa 600 metri sul livello del mare, ma vuoi per il paesaggio verde e montuoso, vuoi per le casette in legno, vuoi per il clima fresco, pare di essere in montagna a 1000 metri più in alto.

                          03/06/2015

                          Giornata dedicata alla visita ai Laghi di Plitvice. Non c’è che dire, sono veramente uno spettacolo della natura, chilometri di sentieri in mezzo a ruscelli, cascate, laghetti e rigogliosa vegetazione.
                          Non vi dico di andarli a visitare, vi dico di andarci in ogni differente stagione. Forse la parte più bella è l’ultima, dove ci sono le grandi cascate, ma davvero, tutto è semplicemente un grandissimo spettacolo.










                          04/06/2015

                          Giunge infine il momento di rientrare in Italia. La mattina presto partiamo.
                          Rientriamo sulla litoranea (statale 8) attraverso la statale 52 che da sotto plitvice arriva fino a Senj. Strada godibile ed in buone condizioni come del resto tutte le strade croate. Superiamo Fiume dove salutiamo definitivamente la costa Croata dirigendo le ruote verso Pasjak e poi il confine Sloveno sempre sulla statale 8.


                          - Salutiamo i Balcani con un assaggio di un loro piatto tipico: il maialino allo spiedo

                          Questa strada in territorio sloveno porta direttamente a Trieste ed è gratuita. E’ anche molto trafficata, piena di camion e automobili.
                          La situazione non migliora in Italia dove l’autostrada è a tratti completamente bloccata.
                          Bentornati a casa!
                          Il caldo si fa insistente, quello fu il primo vero giorno di estate anticipata, dopo Venezia, sempre inglobati dal traffico decido di uscire e fare la Romea per poi fermarmi eventualmente un’ultima notte sull’altra sponda dell’adriatico. La Romea non è stata una gran pensata: camion, trattori, auto, altri camion e chi più ne ha più ne metta.
                          Ad ogni modo arriviamo fino a Cesenatico dove prenoto tramite booking un hotel a 28 euro, la camera, solo pernottamento.
                          Neanche in Bosnia ero riuscito a spendere così poco: in Romagna sono davvero dei grandi!

                          05/06/2015

                          Torniamo a casa passando dal muraglione sverniciati da una serie di motociclisti svizzeri che devono aver tradotto male e letto Pista del Mugello. Noi del nostro passo arriviamo in cima, ci godiamo un po’ di aria fresca e poi riscendiamo per tutta la Val di Sieve ed infine arriviamo a casa.
                          Si conclude così il Viaggio nei Balcani, abbiamo scoperto paesi bellissimi e gente molto cordiale, soprattutto in Bosnia e Croazia.
                          Visitato posti unici come Dubrovnik, Sarajevo, i Laghi di Plitvice ed il Monte Lovcen (per me quest’ultimo sopra tutti) ed avuto incontri piacevolmente inaspettati.



                          Lieto di poter essere stato di qualche utilità ai futuri ospiti di queste splendide terre, saluto tutti con un lampeggio


                          Enrico.
                          Honda XL 600 V Transalp - 1990 - La Moto : grazie a lei....

                          Yamaha TDM 900 - 2010 : Lei è Nera....ed è bellissima.

                          Commenta


                          • #14
                            Ciao, Enrico.
                            Bel report, ben scritto. Le foto di Plitvice hanno convinto Elisabetta a tornarci....
                            Quell'ultima foto... come hai fatto a farla; o meglio, a fartela fare?
                            Il mondo è troppo bello per sbirciarlo dal finestrino! Suzuki VStrom 1000 - Il piu' bel viaggio in moto? Il prossimo. BFS n.11
                            Quelli già fatti: http://www.madzilla.it - Velleità di scrittore

                            Commenta


                            • #15
                              Originariamente inviato da madzilla Visualizza il messaggio
                              Ciao, Enrico.
                              Bel report, ben scritto. Le foto di Plitvice hanno convinto Elisabetta a tornarci....
                              Quell'ultima foto... come hai fatto a farla; o meglio, a fartela fare?
                              Ciao Valerio, lieto che ti sia piaciuto. I laghi di Plitvice sono davvero da vedere e, alla fine, non sono per niente lontani

                              L'ultima foto, come la prima del report e quella del tuffatore di Mostar le ha scattate Bilge, la ragazza turca facente parte di questo gruppetto:



                              ...che abbiamo conosciuto a Blagaj. Poi loro, in auto, andavano a Mostar come noi. Per strada ci hanno riconosciuto e lei ci ha scattato queste bellissime foto
                              Honda XL 600 V Transalp - 1990 - La Moto : grazie a lei....

                              Yamaha TDM 900 - 2010 : Lei è Nera....ed è bellissima.

                              Commenta

                              Premium ADV

                              Comprimi


                              Sto operando...
                              X