Originariamente inviato da Todd
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Abbiamo sempre ritenuto la mobilità personale un diritto, anzi siamo vissuti in un'epoca in cui la crescita della mobilità, più auto, più strade, più facilità nel raggiungere luoghi sempre più lontani, era parte integrante della crescita dell'economia e del benessere all'epoca del boom, e poi della libertà di autodeterminazione dell'individuo. Basta guardare la pubblicità di qualunque suv in tv, a quali elementi emotivi fa riferimento?
Inutile dire che la libertà di mobilità è il succo dell'andare in moto, quindi nessuno come noi è sensibile a questo argomento.
Ma la mobilità portà con sè, inevitabilmente, inquinamento e consumo di territorio.
Anni fa, per lavoro, ho avuto a che fare con documenti e studi formulati in paesi a cavallo delle Alpi dove si sta cominciando a chiedersi se la libertà di mobilità personale possa rimanere immutata come fosse un diritto fondamentale dell'uomo oppue vada limitata in favore della sopravvivenza dell'ambiente.
Questa domenica non vai alle foreste casentinesi in moto, perchè se tutte le domeniche lo fa mezza toscana fra trent'anni la foresta non ci sarà più.
Ha senso? per quelli che hanno inziato a chiudere a tratti i passi alpini ad esempio, ha senso.
Devo ammettere che da allora ci penso, soprattutto mi ha fatto riflettere sul fatto che la mobilità personale potrebbe non essere un diritto sempre e comunque.
A questo punto è facile immaginare che ci possano imporrre le auto elettriche e altro. Ma è veramente "qualcun altro" che ce le impone?
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