… ovvero come unire il dilettevole al dilettevole.
Negli anni ’80 i treni storici erano una fenice: pochi mezzi, pochi macchinisti, direzioni compartimentali FS non particolarmente benevole nell’organizzarli, notizie divulgate in modo carbonaro, altrettanto conservatori i comportamenti dei pochi (auto)eletti che appena tolleravano appassionati al di fuori della propria cerchia.
Da neanche dieci anni a questa parte, tutto cambiato: Fondazione FS ha raccolto sotto la sua egida le attività di diverse associazioni che si erano costituite spontaneamente e ha fatto del treno storico un potente mezzo turistico che in sinergia con eventi locali richiama migliaia di persone, così in diverse regioni d’Italia per quasi tutto l’anno vengono organizzate corse con mezzi d’epoca e visite ai depositi dove questi rotabili sono accuditi.
Bene, weekend libero e addirittura quattro convogli storici tra Monferrato e passo dei Giovi: pizzini preparati e via per un safari fotografico!
Sabato 1° ottobre: alle 10 sono a Genova Pontedecimo dove il treno 94122 composto dalla E.626.294 (OM/Marelli, 1937), cinque carrozze serie Bz45000 (1959) e E.646.158 (Breda 1964) affronta la ripida salita al 35 per mille verso Busalla. A Pontedecimo non trovo un buon punto per le foto (rispetto alle immagini d’epoca, gli alberi sono cresciuti a dismisura) e raggiungo il treno a Busalla, seguendolo fino a Ronco Scrivia, dove arrivo a mezzogiorno e visito il bellissimo costruendo plastico dell’Associazione “Mastodonte dei Giovi”.
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Il pomeriggio mi porta “fuori strada”, ieri era il compleanno di una cara amica e vado a trovarla in Oltrepò. Ora, quando da Ronco Scrivia devi andare in un posto in c*lo ai lupi e la cartina ti mostra stradine dove non ci sarà lo straccio di una indicazione, il navi ti manderà sull’autostrada fino a Casteggio ma se gli dici di evitare le autostrade ecco che ti trova un percorso che passa per i bricchi per soli 15 minuti di viaggio in più… e allora via per i bricchi!
Su e giù per Val Borbera, Garbagna (pranzo all’osteria “E Firadu”), Val Grue, Valle Staffora, Val di Nizza e finalmente sul crinale della Val Tidone… complice la giornata mite e tersissima grazie alle piogge dei giorni precedenti ho ammirato panorami spettacolari, non è che bisogna andare per forza in Langa e nel Chianti! Dopo la gradita visita all’amica punto verso il Basso Monferrato (inutile tornare a Milano per rifare domani quasi la stessa strada) e trovo un agriturismo a Quattordio, tra Alessandria e Asti.
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Domenica 2 ottobre, grande evento: la riapertura a scopo turistico della linea Asti-Chivasso, sospesa da regione Piemonte nel 2012 ma entrata nel programma “Binari senza tempo” di Fondazione FS, con ben due treni storici da Cuneo via Alba-Asti e da Torino Porta Nuova via Chivasso che si incontreranno nella stazione di Montiglio/Murisengo.
Alle 10 sono a Castagnole delle Lanze (tra Alba e Asti) in un punto dove posso vedere dall’alto il transito del treno 96468 composto da due ALn 668 serie 1900 (anno 1975) sul lungo viadotto, poi raggiungo il treno ad Asti intercettandolo proprio mentre lascia la città e lo seguo fino a Montechiaro… e non sono l’unico! Il richiamo di pubblico è fortissimo e mentre per strada oltre a me ci sono altri motociclisti e automobilisti che seguono il convoglio, diverse squadre di RFI fanno numeri da circo per andare a presidiare i diversi passaggi a livello dove le barriere o sono state smontate in anni passati (quelle delle stradine minori) o potrebbero non essere rispettate anche se chiuse “tanto sono dieci anni che il treno non c’è più”. Supero Montiglio e mi porto dalla parte opposta dove intorno a mezzogiorno attenderò il treno 96381 con in testa la locomotiva a vapore 625.017 (Ansaldo 1910), un postale a due assi, una prima classe tipo 1921 e quattro Corbellini a due assi del dopoguerra. Rinuncio però a recarmi in stazione, ci sono auto parcheggiate ovunque e una gran folla ad ammirare i treni e visitare la fiera del tartufo.
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Secondo appuntamento della giornata, a Rossiglione nel tardo pomeriggio partirà il convoglio storico (stessa composizione del treno per Ronco Scrivia di ieri) che torna a Genova dopo aver effettuato il treno 94120 del mattino in concomitanza con la sagra della castagna. “Ma come, vai a vedere lo stesso treno?” Sì, perché su questo ci sono madzilla e Madzillina con cui avrò il piacere di incontrarmi e fare due chiacchiere passeggiando. Anche qui per andare dal Basso Monferrato alla Valle Stura prendo la strada meno intuitiva passando sui bricchi tra Castell’Alfero e Montemagno, passando il Tanaro e infilando la SS456 a Nizza Monferrato per Acqui Terme e Ovada… stupendomi di quanto sia bella la statale del Turchino in questo tratto, per di più senza traffico perché sono tutti con le gambe sotto il tavolo.
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Salutati Madzilla e Madzillina che ripartono col treno poco dopo le 17 potrei infilare l’autostrada a Ovada ma ho ancora un paio d’ore di luce… e allora raggiungo Serravalle Scrivia passando per Tagliolo Monferrato, Mornese e Gavi, anche queste belle stradine che meritano di essere percorse con la calda luce del tramonto. Alla fine, guardando la cartina e la traccia su Google Maps, avrò totalizzato quasi 700 km ingarbugliati come un gomitolo con la voglia di tornare in queste lande spesso snobbate dai più e che invece meritano di essere approfondite.
Tutte le foto QUI
Negli anni ’80 i treni storici erano una fenice: pochi mezzi, pochi macchinisti, direzioni compartimentali FS non particolarmente benevole nell’organizzarli, notizie divulgate in modo carbonaro, altrettanto conservatori i comportamenti dei pochi (auto)eletti che appena tolleravano appassionati al di fuori della propria cerchia.
Da neanche dieci anni a questa parte, tutto cambiato: Fondazione FS ha raccolto sotto la sua egida le attività di diverse associazioni che si erano costituite spontaneamente e ha fatto del treno storico un potente mezzo turistico che in sinergia con eventi locali richiama migliaia di persone, così in diverse regioni d’Italia per quasi tutto l’anno vengono organizzate corse con mezzi d’epoca e visite ai depositi dove questi rotabili sono accuditi.
Bene, weekend libero e addirittura quattro convogli storici tra Monferrato e passo dei Giovi: pizzini preparati e via per un safari fotografico!
Sabato 1° ottobre: alle 10 sono a Genova Pontedecimo dove il treno 94122 composto dalla E.626.294 (OM/Marelli, 1937), cinque carrozze serie Bz45000 (1959) e E.646.158 (Breda 1964) affronta la ripida salita al 35 per mille verso Busalla. A Pontedecimo non trovo un buon punto per le foto (rispetto alle immagini d’epoca, gli alberi sono cresciuti a dismisura) e raggiungo il treno a Busalla, seguendolo fino a Ronco Scrivia, dove arrivo a mezzogiorno e visito il bellissimo costruendo plastico dell’Associazione “Mastodonte dei Giovi”.
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Il pomeriggio mi porta “fuori strada”, ieri era il compleanno di una cara amica e vado a trovarla in Oltrepò. Ora, quando da Ronco Scrivia devi andare in un posto in c*lo ai lupi e la cartina ti mostra stradine dove non ci sarà lo straccio di una indicazione, il navi ti manderà sull’autostrada fino a Casteggio ma se gli dici di evitare le autostrade ecco che ti trova un percorso che passa per i bricchi per soli 15 minuti di viaggio in più… e allora via per i bricchi!
Su e giù per Val Borbera, Garbagna (pranzo all’osteria “E Firadu”), Val Grue, Valle Staffora, Val di Nizza e finalmente sul crinale della Val Tidone… complice la giornata mite e tersissima grazie alle piogge dei giorni precedenti ho ammirato panorami spettacolari, non è che bisogna andare per forza in Langa e nel Chianti! Dopo la gradita visita all’amica punto verso il Basso Monferrato (inutile tornare a Milano per rifare domani quasi la stessa strada) e trovo un agriturismo a Quattordio, tra Alessandria e Asti.
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Domenica 2 ottobre, grande evento: la riapertura a scopo turistico della linea Asti-Chivasso, sospesa da regione Piemonte nel 2012 ma entrata nel programma “Binari senza tempo” di Fondazione FS, con ben due treni storici da Cuneo via Alba-Asti e da Torino Porta Nuova via Chivasso che si incontreranno nella stazione di Montiglio/Murisengo.
Alle 10 sono a Castagnole delle Lanze (tra Alba e Asti) in un punto dove posso vedere dall’alto il transito del treno 96468 composto da due ALn 668 serie 1900 (anno 1975) sul lungo viadotto, poi raggiungo il treno ad Asti intercettandolo proprio mentre lascia la città e lo seguo fino a Montechiaro… e non sono l’unico! Il richiamo di pubblico è fortissimo e mentre per strada oltre a me ci sono altri motociclisti e automobilisti che seguono il convoglio, diverse squadre di RFI fanno numeri da circo per andare a presidiare i diversi passaggi a livello dove le barriere o sono state smontate in anni passati (quelle delle stradine minori) o potrebbero non essere rispettate anche se chiuse “tanto sono dieci anni che il treno non c’è più”. Supero Montiglio e mi porto dalla parte opposta dove intorno a mezzogiorno attenderò il treno 96381 con in testa la locomotiva a vapore 625.017 (Ansaldo 1910), un postale a due assi, una prima classe tipo 1921 e quattro Corbellini a due assi del dopoguerra. Rinuncio però a recarmi in stazione, ci sono auto parcheggiate ovunque e una gran folla ad ammirare i treni e visitare la fiera del tartufo.
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Secondo appuntamento della giornata, a Rossiglione nel tardo pomeriggio partirà il convoglio storico (stessa composizione del treno per Ronco Scrivia di ieri) che torna a Genova dopo aver effettuato il treno 94120 del mattino in concomitanza con la sagra della castagna. “Ma come, vai a vedere lo stesso treno?” Sì, perché su questo ci sono madzilla e Madzillina con cui avrò il piacere di incontrarmi e fare due chiacchiere passeggiando. Anche qui per andare dal Basso Monferrato alla Valle Stura prendo la strada meno intuitiva passando sui bricchi tra Castell’Alfero e Montemagno, passando il Tanaro e infilando la SS456 a Nizza Monferrato per Acqui Terme e Ovada… stupendomi di quanto sia bella la statale del Turchino in questo tratto, per di più senza traffico perché sono tutti con le gambe sotto il tavolo.
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Salutati Madzilla e Madzillina che ripartono col treno poco dopo le 17 potrei infilare l’autostrada a Ovada ma ho ancora un paio d’ore di luce… e allora raggiungo Serravalle Scrivia passando per Tagliolo Monferrato, Mornese e Gavi, anche queste belle stradine che meritano di essere percorse con la calda luce del tramonto. Alla fine, guardando la cartina e la traccia su Google Maps, avrò totalizzato quasi 700 km ingarbugliati come un gomitolo con la voglia di tornare in queste lande spesso snobbate dai più e che invece meritano di essere approfondite.
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