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Oggi ho fatto quattro passi...

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    Trainspotting e ripasso di passi: ecco le ispirazioni di questo giro, con in più il desiderio di provare ad alzare l’asticella delle percorrenze: lo farò di sabato 14 maggio, il giorno dopo si può riposare (o no?) e c’è luce fino alle 21, e poco oltre. Però dopo tre giorni di sole pieno le previsioni meteo non erano incoraggianti, si prevedono temporali sia in mattina che in serata… oh ma chi se ne frega!

    Partenza alle 8 da casa (Milano città), pieno di benzina e alle 8.20 si parte davvero: SS36 “del lago di Como e dello Spluga” a quattro corsie per Lecco e Colico, poi la vecchia statale e anche “la vecchissima”.
    A Verceia lascio la strada che si infila in una galleria a favore del vecchio tracciato della SS36 e, accanto alla ferrovia e al lago, arrivo alla prima tappa che è solo informativa: al primo passaggio a livello, tra la galleria ferroviaria e quella stradale si vede, sopraelevato, il portale della Galleria di Mina di Verceia, facente parte del complesso difensivo della Frontiera Nord. Si tratta di un cunicolo dotato di camere di scoppio piene di fornelli di mina che, se fatti detonare, avrebbero causato il crollo di entrambe le gallerie impedendo l’avanzata di un eventuale esercito nemico… gli Svizzeri saranno neutrali da settecento anni ma vai a sapere se in passato avessero cambiato idea o se la Germania li avesse invasi senza troppi complimenti, come fece col Belgio…
    La Galleria di Mina sarà visitabile dalle 10 alle 17 (visite guidate ogni mezz’ora) il prossimo 2 giugno e in tutte le domeniche di agosto, più il 14.





    Poche centinaia di metri dopo e c’è la prima sosta vera e propria: settimana fa avevo fatto un giro al Maloja in auto con Gabriella e avevo ri-notato l’aspetto “da diorama” della stazione, anzi fermata, di Verceia: visti gli orari di transito dei treni sulla linea Colico-Chiavenna mi fermo un’oretta per fotografare e filmare una coppia di treni, discendente e ascendente, anche se la luce del mattino è a sfavore.



    Proseguo per la SS36 incontrando una bella cantoniera abbandonata al km 112,540: ha un bellissimo portico a tre archi al piano terra che fa il paio col loggiato al primo piano, sarebbe un bellissimo ostello per escursionisti con ogni mezzo. A Chiavenna sosta tecnica: rinforzo di colazione, plin plin, piccola spesa all’Iperal (mangiare in Svizzera costa un’esagerazione ma a parte questo sarà una scelta comunque valida: tutti i punti di ristoro sui passi sono chiusi) e rabbocco benzina perché nella Confederazione si sfondano i 2 €/litro. Una foto al borgo storico dal ponte sul Mera e poi via, su per la Val Bregaglia, con bella vista a Borgonovo di Piuro sulla cascata dell’Acqua Fraggia. Da Chiavenna in poi il traffico è quasi nullo, incontro “le rocce che si baciano” a Stampa e arrivo al muro del Maloja: una discontinuità geologica che fa sì che questo passo abbia solo una salita e nessuna discesa: dalla Val Bregaglia un intestino di tornanti sale a Maloja e da lì inizia l’altopiano dell’Engadina con i suoi laghi.



    Al passo faccio conversazione con una coppia di finlandesi su K1200 LT che dopo essere stati in Sardegna e Corsica tornano verso il nord passando per Coira e Vaduz, poi è il turno di due tedeschi in auto che vanno verso Chiavenna, confortati dal mio informarli che al lago di Como troveranno 28°C: loro arrivano dal “nuvolo” e infatti la fama di “frigorifero delle Alpi” dell’Engadina non viene smentita nemmeno oggi… ma in realtà non fa freddo, si sta bene dopo aver accumulato tanto calore a valle.



    Proseguo per Silvaplana e svolto verso lo Julierpass: i finlandesi vanno piano ma mi superano quando mi fermo a scattare foto, faremo a rimpiattino fino oltre il passo. La strada dello Julier è larga e agevole, pochi ampi tornanti, ed è deserta, tutta per me. Scendo a Tiefencastel e mi dirigo verso Filisur: in fondo vedo il bellissimo viadotto Landwasser immortalato in tante foto della Ferrovia Retica (e anche da me nel 2007) ma svolto in direzione dell’Albulapass, su una strada ben più stretta nella valle più severa.



    A Bergun/Bravuogn c’è un museo ferroviario in stazione: è chiuso ma anche se fosse stato aperto non mi sarei fermato, i tempi si sarebbero allungati; voglio fare trainspotting e poco più avanti ci sono due punti da dove si vedono i treni entrare e uscire da gallerie elicoidali che sboccano su viadotti: mi fermo un’ora e mezza tra foto, filmati e pappa malgrado una appena men che fastidiosa pioggerellina tenti di scoraggiarmi.



    Al culmine del passo, sempre nessuno: bellissimo viaggiare così.



    La discesa verso Samedan è molto più agevole, dovrò ricordare e segnalare che l’Albula è meglio percorrerlo da nord a sud. Arrivo quasi a Sankt Moritz e devio per Pontresina: inizia la salita verso il Passo del Bernina con le viste sul ghiacciaio del Morteratsch, della Diavolezza, del Lagalb e… sui treni! Ne aspetto uno al tornante di Montebello, poi lo affianco dove la ferrovia corre accanto alla strada, lo supero suonando ma poi trovo il passaggio a livello prima di Diavolezza chiuso, ovviamente: il macchinista aziona il fischio, vedo distintamente che sta sorridendo, sono felice come un bambino. Lo aspetto a Lagalb dove avverà un incrocio e potrei anche fermarmi per vederlo passare al lago Bianco ma qui la strada è un po’ più trafficata.



    Foto al culmine del passo (12°C) e poi giù verso la val Poschiavina dove cadono goccioline ghiacciate. Ferroviariamente parlando, un altro punto da foto è il viadotto elicoidale di Brusio ma ne ho goduto lo scorso dicembre sia a bordo del treno che dal sentiero; arrivo a Tirano e la sosta in piazza della Basilica è l’occasione per un caffè che mancava dalla mattina: è buono e il gestore è simpatico, fermatevi al Bar Basilica.





    Inizia la lunga vasca del ritorno, la SS38, una delle peggiori strade italiane: appena partito mi accorgo di dover stare a debita distanza da una vecchia Panda color mattone che marcia a centro strada, il conducente (giovane) che stringe il telefono tra orecchio e spalla destra e, ovviamente, svolta a sinistra senza freccia: si meriterà una strombazzata. Dopo Sondrio inizia a piovere: ero preparato, Gabriella mi ha informato che sul lago di Como è in corso un temporale e lo incontro a Tartano: desistiamo dall’incontrarci come previsto, a Colico proseguo per la SS36 così avrò pioggia solo tra una galleria e l’altra, a Lecco troverò un pallido sole e arriverò a casa poco prima delle 21: quasi tredici ore di tour, circa tre ore di soste, dieci di guida, media dei 50 km/h… e domani?

    Domani, inaugurazione della Big Bench n.208 a Saltrio!


    Tutte le foto QUI
    IL_BianConiglio
    Cavaliere dell'Ordine dell'Orologio Indietro e BFS per investitura del SdR
    su destriero d'acciaio
    Carpe Diem
    - (Antonio su BMW K1100LT my1992)

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