Per prendermi cura della strommina torno sempre all'ovile, al concessionario di Firenze dove la presi nel 2015, e dove torno ogni tanto per i tagliandi che "contano".
Beh, adesso arrivarci mi è piuttosto scomodo, ma è un po' come tornare a casa e mi organizzo senza stress. Ore 7 sono in stazione, dove un bel trenino prima e un pò di tramvia poi mi porteranno a destinazione. Stavolta, superati i centomila, un passaggio era d'obbligo e, rifatta la messa a punto, mi presento tutto baldanzoso al recupero dove il cortese proprietario mi fa:
"Carlo, ho controllato questo, ho controllato quello, che ti dico? Che la moto è perfetta!".
Semmai ce ne fosse stato bisogno la voglia di rientrare facendo un giro laaaaaaaargo aumenta.
La nuova Suzuki sport/touring saluta la nostra partenza
Solo il meteo non festeggia questo momento e anzi, fa piuttosto l'uggioso. Mi son fatto tutto il viaggio in treno sperando di riuscire a trovare le strade solo un po' umide, mentre invece sono proprio fradice mentre riparto. Peccato, perchè la moto è pulita da sembrar nuova e me la sarei voluta godere così un po' di più.
Poi in realtà penso che la perfezione non esiste, e via via che guadagno kilometri mi sento sempre più felice di dirmi nel casco "ma chissenefrega". Chissenefrega se il tagliando è stato salato più di quanto avessi sperato, chissenefrega se le strade non invitano a star su due ruote, chissenefrega se i panorami sono grigi e ovattati, chissenefrega se tutto sembra non regalarmi belle sensazioni come girellando in primavera. Chissenefrega perchè il solo pensiero di far rotolare le gomme senza pensieri, oltre all'attenzione per evitare le zotte di fango, mi fa sentire bene, ma non bene e basta, proprio bene bene bene.
E allora via, con leggerezza, sfiorando Tavarnelle, Barberino V. d'Elsa, Poggibonsi, Colle V. d'Elsa, alternando strade normali a tratti di superstrada. Snocciolo km senza neppure rendermene conto, con la strommina che va a meraviglia.
Mi concedo una prima sosta passato Colle V d'Elsa, lungo il Piano della Speranza, dove la vescica strepita. Mi tocca accontentarla, immerso nel bel silenzio della campagna.
Pian della Speranza ovattato
Arrivo in breve al bivio della Colonna di Montarrenti, dove fa bella mostra di se una delle 19 colonne segnavia che al tempo del Granducato di Toscana furono dislocate negli snodi più significativi della rete viaria dell'epoca. Da qui prendo a destra per Grosseto. Il pregio di vedere le "colonne" è quello di farti pensare a quante persone sono passate da queste strade, con fondi e mezzi che di certo facevano diventare avventura ogni più piccolo viaggio che oggi ci facciamo comodamente in giornata.
Colonna e castello di Montarrenti
Di lì a breve mi fermo in località Frosini, per prendermi un panino e per fare una fugace visita al piccolo borgo castello, che oggi sembra addormentato ma che nei secoli ha rappresentato un posto tappa per i tanti pellegrini di passaggio in quanto ospedale, e che è stato sede del misterioso ordine dei Cavalieri Templari.
Io di misterioso ho ben poco, e più che altro mi sento un cavaliere conTemplativo...
Frosini
Di nuovo in sella, rotolando verso sud, come cantano i Negrita (ma quanto mi piacciono?).
Sosta mordi&fuggi a San Galgano
Mi abbandono alle curve della SP441, festeggiando dentro al casco il fatto che mi ritrovo a fare km e km in totale solitudine, cosa che mi regala un gran senso di pace.
Lungo la strada mi fermo per scaricare di nuovo la vescica ma anche per ammirare da vicino i resti dell'estrazione del rame, in quello che di fatto è il Parco Archeominerario di Montieri. Il luogo è davvero suggestivo e con il sole (che oggi se ne sta pigro dietro le nuvole) i colori sono stupendi.
Ci tornerò per approfondire con un meteo più adatto.
Tocco Prata da dove iniziano le belle curve che mi faranno calare verso Massa Marittima, che però non sfioro puntando il cupolino verso le colline metallifere per raggiungere Monterotondo M.mo.
Ormai la voglia è quella di arrivare a destinazione per addentare il panino e godermi un po' di aria di mare, ma la solita curiosità ci mette lo zampino e quindi eccomi abbandonare la strada principale per andare a dare un'occhiata ad un certo Lago Boracifero, dove mi trovo a tu per tu con una coppia in gita...
Lago Boracifero
Ora basta soste, bisogna che punti il Golfo di Baratti, ambita meta di giornata, altrimenti arrivo per merenda! E invece eccomi di nuovo fermo. Come si fa a non farsi rapire da scorci bellissimi?
Boh....io non ce la fo!
Toscanità on the road
Mentre sono intento a scattare la foto lungo il viale di pini ecco che arriva un pickup. Il tizio alla guida mi chiede se avessi chiesto il permesso per fare quello che sto facendo. gli rispondo che avrei pagato con un pecorino. Lui non sembra molto convinto e mi chiede da dove arrivo e una volta ufficializzato che son toscano mi dice "via giù...allora puoi". Ci salutiamo ridendo e via per il Golfo che raggiungo in breve con sommo gaudio!
....continua...
Beh, adesso arrivarci mi è piuttosto scomodo, ma è un po' come tornare a casa e mi organizzo senza stress. Ore 7 sono in stazione, dove un bel trenino prima e un pò di tramvia poi mi porteranno a destinazione. Stavolta, superati i centomila, un passaggio era d'obbligo e, rifatta la messa a punto, mi presento tutto baldanzoso al recupero dove il cortese proprietario mi fa:
"Carlo, ho controllato questo, ho controllato quello, che ti dico? Che la moto è perfetta!".
Semmai ce ne fosse stato bisogno la voglia di rientrare facendo un giro laaaaaaaargo aumenta.
La nuova Suzuki sport/touring saluta la nostra partenza
Solo il meteo non festeggia questo momento e anzi, fa piuttosto l'uggioso. Mi son fatto tutto il viaggio in treno sperando di riuscire a trovare le strade solo un po' umide, mentre invece sono proprio fradice mentre riparto. Peccato, perchè la moto è pulita da sembrar nuova e me la sarei voluta godere così un po' di più.
Poi in realtà penso che la perfezione non esiste, e via via che guadagno kilometri mi sento sempre più felice di dirmi nel casco "ma chissenefrega". Chissenefrega se il tagliando è stato salato più di quanto avessi sperato, chissenefrega se le strade non invitano a star su due ruote, chissenefrega se i panorami sono grigi e ovattati, chissenefrega se tutto sembra non regalarmi belle sensazioni come girellando in primavera. Chissenefrega perchè il solo pensiero di far rotolare le gomme senza pensieri, oltre all'attenzione per evitare le zotte di fango, mi fa sentire bene, ma non bene e basta, proprio bene bene bene.
E allora via, con leggerezza, sfiorando Tavarnelle, Barberino V. d'Elsa, Poggibonsi, Colle V. d'Elsa, alternando strade normali a tratti di superstrada. Snocciolo km senza neppure rendermene conto, con la strommina che va a meraviglia.
Mi concedo una prima sosta passato Colle V d'Elsa, lungo il Piano della Speranza, dove la vescica strepita. Mi tocca accontentarla, immerso nel bel silenzio della campagna.
Pian della Speranza ovattato
Arrivo in breve al bivio della Colonna di Montarrenti, dove fa bella mostra di se una delle 19 colonne segnavia che al tempo del Granducato di Toscana furono dislocate negli snodi più significativi della rete viaria dell'epoca. Da qui prendo a destra per Grosseto. Il pregio di vedere le "colonne" è quello di farti pensare a quante persone sono passate da queste strade, con fondi e mezzi che di certo facevano diventare avventura ogni più piccolo viaggio che oggi ci facciamo comodamente in giornata.
Colonna e castello di Montarrenti
Di lì a breve mi fermo in località Frosini, per prendermi un panino e per fare una fugace visita al piccolo borgo castello, che oggi sembra addormentato ma che nei secoli ha rappresentato un posto tappa per i tanti pellegrini di passaggio in quanto ospedale, e che è stato sede del misterioso ordine dei Cavalieri Templari.
Io di misterioso ho ben poco, e più che altro mi sento un cavaliere conTemplativo...
Frosini
Di nuovo in sella, rotolando verso sud, come cantano i Negrita (ma quanto mi piacciono?).
Sosta mordi&fuggi a San Galgano
Mi abbandono alle curve della SP441, festeggiando dentro al casco il fatto che mi ritrovo a fare km e km in totale solitudine, cosa che mi regala un gran senso di pace.
Lungo la strada mi fermo per scaricare di nuovo la vescica ma anche per ammirare da vicino i resti dell'estrazione del rame, in quello che di fatto è il Parco Archeominerario di Montieri. Il luogo è davvero suggestivo e con il sole (che oggi se ne sta pigro dietro le nuvole) i colori sono stupendi.
Ci tornerò per approfondire con un meteo più adatto.
Tocco Prata da dove iniziano le belle curve che mi faranno calare verso Massa Marittima, che però non sfioro puntando il cupolino verso le colline metallifere per raggiungere Monterotondo M.mo.
Ormai la voglia è quella di arrivare a destinazione per addentare il panino e godermi un po' di aria di mare, ma la solita curiosità ci mette lo zampino e quindi eccomi abbandonare la strada principale per andare a dare un'occhiata ad un certo Lago Boracifero, dove mi trovo a tu per tu con una coppia in gita...
Lago Boracifero
Ora basta soste, bisogna che punti il Golfo di Baratti, ambita meta di giornata, altrimenti arrivo per merenda! E invece eccomi di nuovo fermo. Come si fa a non farsi rapire da scorci bellissimi?
Boh....io non ce la fo!
Toscanità on the road
Mentre sono intento a scattare la foto lungo il viale di pini ecco che arriva un pickup. Il tizio alla guida mi chiede se avessi chiesto il permesso per fare quello che sto facendo. gli rispondo che avrei pagato con un pecorino. Lui non sembra molto convinto e mi chiede da dove arrivo e una volta ufficializzato che son toscano mi dice "via giù...allora puoi". Ci salutiamo ridendo e via per il Golfo che raggiungo in breve con sommo gaudio!
....continua...
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