Ciao a tutti. Quest’inverno, dando un’occhiata ai paesi dove non sono stato (tanti purtroppo), mi è caduto l’occhio sull’America Centrale. Perché no mi sono detto: sarebbe comunque una zona nuova. Non mi dispiaceva nemmeno l’idea di potermi muovere per paesi in cui comunicare non sarebbe stata una grossa difficoltà: lo spagnolo è la lingua ufficiale in tutte queste nazioni.
Per prima cosa voglio spiegare il titolo del mio post. Ho costatato, fin dal primo giorno di viaggio in moto, che una volta chiarito il fatto che non ero un gringo, in altre parole made in USA, tutti erano più socievoli e gentili: il dubbio iniziale era dato dalla mia moto, un Kawasaki KLR 650. Magari niente di particolarmente impressionante in Europa, ma in quei paesi destava curiosità. Anzi, come in Asia, il fatto di essere italiano era un aspetto ben visto da tutti.
La prima idea di itinerario è stata prettamente di tipo”geografico”, come quando si parla di andare a Capo Nord, o in Russia. Avevo individuato un punto di arrivo per me molto interessante: Yaviza, nello stato di Panama, la città dove finisce la strada e inizia il tratto di foresta noto come Darien Gap, che separa Panama dalla Colombia.
Trovato il punto di arrivo, non mi restava che fissare quello di partenza. Come altre volte, tanto per ridere, ho messo assieme un qualche preventivo per spedire oltreoceano la mia Suzuki DR 350. Ovviamente il costo mi ha fatto immediatamente accantonare l’idea e quindi mi sono messo alla ricerca di un noleggio moto.
In tutti gli stati, però, il noleggio della moto era vincolato al fatto che non sarebbe stato possibile uscire dai confini nazionali.
Altra tegola, i prezzi del noleggio: tranne che per il Costa Rica (Honda 400) solo big motorbike…big per i miei standard, ovviamente.
Dopo tanto cercare l’unica soluzione è stata questa agenzia di viaggi di Mexico City http://www.mxmotoadv.com/ , il cui titolare, Oscar, mi conferma che può noleggiarmi una moto e procurarmi i documenti per viaggiare al di fuori del Messico…la possibilità più “economica”, però è un Kawasaki KLR 650 da 75$/giorno= 57 €/giorno . Coi 24 giorni in sella a cui pensavo erano già 1368 €, solo per la moto.
Diventava anche complicato come tempistiche l’andata e ritorno da Mexico City a Yaviza e ritorno. Brutalmente Google Maps dà 3538 km per l’andata- 7076 km totali, facendo il medesimo percorso senza la minima deviazione. Un attimo arrivare a 8000, cioè 333 km/giorno, che magari non sono tanti, ma non sapevo se, con un giorno di sosta, avrei poi trovato strade che avrebbero permesso percorrenze superiori ai 600 km.
Andare e tornare avrebbe anche comportato attraversare oltre 10 volte una frontiera: quando cambi stato, come puoi prevedere quanto tempo ci metterai ?
A fronte di tutti questi “svantaggi”, però c’era il costo del biglietto aereo: con partenza da Bologna (comodissimo per me che sono di Modena) Iberia aveva delle a/r sui 600 euro, anche per il fatto che il periodo da me scelto era l’inizio dei tornado e delle piogge, ma si sarebbe trattato di un paio di ore al giorno, più o meno, mi aveva scritto Oscar. Volare dall’Italia su Costa Rica, Nicaragua o altri stati dell’America centrale, costava anche oltre il doppio.
Alla fine mi sono deciso: sarei partito da Città del Messico, arrivato sino a dove avrei potuto e poi tornato indietro. Per vari motivi, tra cui una caduta in Guatemala, qualche diluvio ben oltre le due ore e traversie varie alle dogane, ho messo insieme questo percorso.
Sicurezza: è pericoloso spostarsi in quei paesi ? Dalle statistiche si direbbe proprio di si.
Cito solo questo articolo che come parametro considera il numero di omicidi sul numero di abitanti e stila una graduatoria delle 50 città (o zone metropolitane) più pericolose del mondo. Io questo articolo l’ho poi trovato quando sono tornato
http://www.businessinsider.com/most-...d-2012-10?op=1
Io sono passato e talvolta ho dormito in alcune di queste e precisamente
N° 47- Cuernavaca ( Messico- stato di Morelos)
N° 20 San Salvador ( El Salvador)
N° 12 – Guatemala (Guatemala)
N° 5 – Districo Central (Honduras)
N° 4 – Acapulco (Messico) .. e quando l’ho letto
N° 1 – San Pedro Sula (Honduras): qui pensate siamo a 719,447 abitanti e 1143 omicidi l’anno
Immagini come queste (digitate Mexico Policia o Hoduras Policia o qualunque altro stato e vedrete che internet è pieno ) le vedete in ogni città appena un poco grande
Io solo una volta ne ho scattate alcune: mi era stato detto che militari, poliziotti e sicurezza privata potrebbero innervosirsi a venire fotografati. Il fatto è che diventa normale vedre persone con giubbotto antiproiettile e fucile a pompa a doppia canna di guardia ad una pasticceria o un fast food. Alla fine non ci si fa più caso. Ho però una mia regola per questi posti. Al mattino i malintenzionati dormono: hanno lavorato tutta la notte. Primo pomeriggio si svegliano e iniziano a pianificare la giornata e verso sera si mettono all’opera. Quando la luce iniziava a calare cercavo sempre da dormire e se ero vicino a una città grande la saltavo, cercano i pueblos, paesini da 3000 abitanti o giù di lì. Qui si fa davvero fatica ad avere dei problemi. Chiedendo negli alberghi era sempre possibile farsi un idea della situazione. Devo dire di non essermi mai trovato in una situazione che avrebbe potuto degenerare, però ho sempre prestato molta attenzione
Per prima cosa voglio spiegare il titolo del mio post. Ho costatato, fin dal primo giorno di viaggio in moto, che una volta chiarito il fatto che non ero un gringo, in altre parole made in USA, tutti erano più socievoli e gentili: il dubbio iniziale era dato dalla mia moto, un Kawasaki KLR 650. Magari niente di particolarmente impressionante in Europa, ma in quei paesi destava curiosità. Anzi, come in Asia, il fatto di essere italiano era un aspetto ben visto da tutti.
La prima idea di itinerario è stata prettamente di tipo”geografico”, come quando si parla di andare a Capo Nord, o in Russia. Avevo individuato un punto di arrivo per me molto interessante: Yaviza, nello stato di Panama, la città dove finisce la strada e inizia il tratto di foresta noto come Darien Gap, che separa Panama dalla Colombia.
Trovato il punto di arrivo, non mi restava che fissare quello di partenza. Come altre volte, tanto per ridere, ho messo assieme un qualche preventivo per spedire oltreoceano la mia Suzuki DR 350. Ovviamente il costo mi ha fatto immediatamente accantonare l’idea e quindi mi sono messo alla ricerca di un noleggio moto.
In tutti gli stati, però, il noleggio della moto era vincolato al fatto che non sarebbe stato possibile uscire dai confini nazionali.
Altra tegola, i prezzi del noleggio: tranne che per il Costa Rica (Honda 400) solo big motorbike…big per i miei standard, ovviamente.
Dopo tanto cercare l’unica soluzione è stata questa agenzia di viaggi di Mexico City http://www.mxmotoadv.com/ , il cui titolare, Oscar, mi conferma che può noleggiarmi una moto e procurarmi i documenti per viaggiare al di fuori del Messico…la possibilità più “economica”, però è un Kawasaki KLR 650 da 75$/giorno= 57 €/giorno . Coi 24 giorni in sella a cui pensavo erano già 1368 €, solo per la moto.
Diventava anche complicato come tempistiche l’andata e ritorno da Mexico City a Yaviza e ritorno. Brutalmente Google Maps dà 3538 km per l’andata- 7076 km totali, facendo il medesimo percorso senza la minima deviazione. Un attimo arrivare a 8000, cioè 333 km/giorno, che magari non sono tanti, ma non sapevo se, con un giorno di sosta, avrei poi trovato strade che avrebbero permesso percorrenze superiori ai 600 km.
Andare e tornare avrebbe anche comportato attraversare oltre 10 volte una frontiera: quando cambi stato, come puoi prevedere quanto tempo ci metterai ?
A fronte di tutti questi “svantaggi”, però c’era il costo del biglietto aereo: con partenza da Bologna (comodissimo per me che sono di Modena) Iberia aveva delle a/r sui 600 euro, anche per il fatto che il periodo da me scelto era l’inizio dei tornado e delle piogge, ma si sarebbe trattato di un paio di ore al giorno, più o meno, mi aveva scritto Oscar. Volare dall’Italia su Costa Rica, Nicaragua o altri stati dell’America centrale, costava anche oltre il doppio.
Alla fine mi sono deciso: sarei partito da Città del Messico, arrivato sino a dove avrei potuto e poi tornato indietro. Per vari motivi, tra cui una caduta in Guatemala, qualche diluvio ben oltre le due ore e traversie varie alle dogane, ho messo insieme questo percorso.
Sicurezza: è pericoloso spostarsi in quei paesi ? Dalle statistiche si direbbe proprio di si.
Cito solo questo articolo che come parametro considera il numero di omicidi sul numero di abitanti e stila una graduatoria delle 50 città (o zone metropolitane) più pericolose del mondo. Io questo articolo l’ho poi trovato quando sono tornato
http://www.businessinsider.com/most-...d-2012-10?op=1
Io sono passato e talvolta ho dormito in alcune di queste e precisamente
N° 47- Cuernavaca ( Messico- stato di Morelos)
N° 20 San Salvador ( El Salvador)
N° 12 – Guatemala (Guatemala)
N° 5 – Districo Central (Honduras)
N° 4 – Acapulco (Messico) .. e quando l’ho letto
N° 1 – San Pedro Sula (Honduras): qui pensate siamo a 719,447 abitanti e 1143 omicidi l’anno
Immagini come queste (digitate Mexico Policia o Hoduras Policia o qualunque altro stato e vedrete che internet è pieno ) le vedete in ogni città appena un poco grande
Io solo una volta ne ho scattate alcune: mi era stato detto che militari, poliziotti e sicurezza privata potrebbero innervosirsi a venire fotografati. Il fatto è che diventa normale vedre persone con giubbotto antiproiettile e fucile a pompa a doppia canna di guardia ad una pasticceria o un fast food. Alla fine non ci si fa più caso. Ho però una mia regola per questi posti. Al mattino i malintenzionati dormono: hanno lavorato tutta la notte. Primo pomeriggio si svegliano e iniziano a pianificare la giornata e verso sera si mettono all’opera. Quando la luce iniziava a calare cercavo sempre da dormire e se ero vicino a una città grande la saltavo, cercano i pueblos, paesini da 3000 abitanti o giù di lì. Qui si fa davvero fatica ad avere dei problemi. Chiedendo negli alberghi era sempre possibile farsi un idea della situazione. Devo dire di non essermi mai trovato in una situazione che avrebbe potuto degenerare, però ho sempre prestato molta attenzione
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