Approfittando del bel tempo e del clima mite di questo primo sabato di ottobre, sono andato a fare un giretto nel Tigullio, che è dai tempi dell’era pre-covid che non andavo più a visitare.
Imboccata la mitica SS1 Aurelia, sono salito fino all’altrettanto mitico Passo del Bracco per poi scendere verso la prima meta della giornata, ovvero Sestri Levante. La strada del bracco si presenta asfaltata di fresco nel versante spezzino e, data la giornata feriale, ho incontrato pochi motociclisti e per fortuna “zero” smanettoni assatanati. Lungo il tracciato della statale si possono ammirare scorci, sia dell’entroterra del levante ligure, sia della costa, veramente suggestivi. Sestri Levante è detta la Città dei due mari (in questo la denominazione mi ricorda Taranto) perché il centro storico si allunga stretto tra la baia delle Favole e la baia del Silenzio, che presentano delle belle e pittoresche spiagge (soprattutto la baia del Silenzio). Il centro storico, ben curato, anche se un po’ troppo affollato da ristoranti e bar, presenta degli interessanti spunti di visita, tra cui la bella basilica di S. Maria di Nazareth ed i ruderi dell’oratorio di S. Caterina, distrutto durante un bombardamento alleato nel 1944. Fattasi ‘na certa e stuzzicato dai profumi ho pranzato con una bella porzione di acciughe fritte, presso una piccola friggitoria del centro. Risalito in sella alla moto, mi sono diretto verso Chiavari, sempre lungo l’Aurelia che, fortunatamente poco trafficata, in questo tratto presenta ancora panorami interessanti. Il centro storico di Chiavari, ben curato e dall’aspetto nobile, è caratterizzato dai portici, bassi e che poggiano su tozze colonne. Dato l’orario, purtroppo ho trovato tutto chiuso (…a parte i ristoranti!), quindi mi sono limitato ad una passeggiata nelle vie del centro. Per chi fosse interessato, consiglio la visita alla basilica dei Fieschi che si trova a pochi chilometri da Chiavari. Ripresa la moto, ho raggiunto Rapallo e, colto da pigrizia, ho trascurato la visita ai luoghi di culto, quindi ho bighellonato passeggiando nelle vie del centro e sul lungomare, caratterizzato dal Castello cinquecentesco. Anche a Rapallo il centro è ben conservato e merita una visita. Quindi, mi sono diretto verso Portofino, ma – ahimè – a causa della impossibilità di posteggiare la moto, perché tutti posteggi dedicati erano occupati, sono tornato indietro, senza poter fare due passi nella celeberrima piazzetta. Comunque, la strada costiera da sola merita di essere percorsa per la bellezza delle varie calette, tra cui la spiaggia di Paraggi. Tornato a S. Margherita Ligure, ho imboccato la SP39 che, inerpicandosi sul monte con entusiasmanti curve e tornanti, si collega alla SS1 e quindi sono giunto a Camogli, meta finale del giretto. Camogli è celebre per la Sagra del pesce che si tiene la seconda domenica di maggio dal 1952. La giornata è dedicata alla frittura del pesce in un gigantesco padellone di acciaio del diametro di 3,8 metri, un manico di 6 metri, 2,8 ton di peso e una capacità di 2000 litri di olio! Il borgo marinaro si stende stretto tra la costa della montagna e la bella spiaggia, con il lungomare su cui affacciano le vecchie case dei pescatori, dai caratteristici colori vivaci. Molto bella la basilica di S. Maria Assunta che guarda sul sottostante porticciolo dall’alto di quello che era l'antico insediamento dell'Isola. La giornata volge al termine e sicchè, salutato Camogli, ho optato per la palloautostrada per tornare verso casa. Quasi giunto all’ovile, ho visto due mototuristi tedeschi in evidente difficoltà perché il loro navigatore li portava a passare su un ponte…crollato un anno e mezzo fa! Quindi, vestiti i panni di Lupo de Lupis, il lupino tanto buonino (vi ricordate i suoi cartoni animati?), gli ho detto di seguirmi lungo la strada per aggirare il ponte crollato, in tutto una dozzina di chilometri. E per chiudere in bellezza la giornata, dopo cena mi sono andato a gustare lo spettacolo del Vespucci illuminato con il tricolore!
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Imboccata la mitica SS1 Aurelia, sono salito fino all’altrettanto mitico Passo del Bracco per poi scendere verso la prima meta della giornata, ovvero Sestri Levante. La strada del bracco si presenta asfaltata di fresco nel versante spezzino e, data la giornata feriale, ho incontrato pochi motociclisti e per fortuna “zero” smanettoni assatanati. Lungo il tracciato della statale si possono ammirare scorci, sia dell’entroterra del levante ligure, sia della costa, veramente suggestivi. Sestri Levante è detta la Città dei due mari (in questo la denominazione mi ricorda Taranto) perché il centro storico si allunga stretto tra la baia delle Favole e la baia del Silenzio, che presentano delle belle e pittoresche spiagge (soprattutto la baia del Silenzio). Il centro storico, ben curato, anche se un po’ troppo affollato da ristoranti e bar, presenta degli interessanti spunti di visita, tra cui la bella basilica di S. Maria di Nazareth ed i ruderi dell’oratorio di S. Caterina, distrutto durante un bombardamento alleato nel 1944. Fattasi ‘na certa e stuzzicato dai profumi ho pranzato con una bella porzione di acciughe fritte, presso una piccola friggitoria del centro. Risalito in sella alla moto, mi sono diretto verso Chiavari, sempre lungo l’Aurelia che, fortunatamente poco trafficata, in questo tratto presenta ancora panorami interessanti. Il centro storico di Chiavari, ben curato e dall’aspetto nobile, è caratterizzato dai portici, bassi e che poggiano su tozze colonne. Dato l’orario, purtroppo ho trovato tutto chiuso (…a parte i ristoranti!), quindi mi sono limitato ad una passeggiata nelle vie del centro. Per chi fosse interessato, consiglio la visita alla basilica dei Fieschi che si trova a pochi chilometri da Chiavari. Ripresa la moto, ho raggiunto Rapallo e, colto da pigrizia, ho trascurato la visita ai luoghi di culto, quindi ho bighellonato passeggiando nelle vie del centro e sul lungomare, caratterizzato dal Castello cinquecentesco. Anche a Rapallo il centro è ben conservato e merita una visita. Quindi, mi sono diretto verso Portofino, ma – ahimè – a causa della impossibilità di posteggiare la moto, perché tutti posteggi dedicati erano occupati, sono tornato indietro, senza poter fare due passi nella celeberrima piazzetta. Comunque, la strada costiera da sola merita di essere percorsa per la bellezza delle varie calette, tra cui la spiaggia di Paraggi. Tornato a S. Margherita Ligure, ho imboccato la SP39 che, inerpicandosi sul monte con entusiasmanti curve e tornanti, si collega alla SS1 e quindi sono giunto a Camogli, meta finale del giretto. Camogli è celebre per la Sagra del pesce che si tiene la seconda domenica di maggio dal 1952. La giornata è dedicata alla frittura del pesce in un gigantesco padellone di acciaio del diametro di 3,8 metri, un manico di 6 metri, 2,8 ton di peso e una capacità di 2000 litri di olio! Il borgo marinaro si stende stretto tra la costa della montagna e la bella spiaggia, con il lungomare su cui affacciano le vecchie case dei pescatori, dai caratteristici colori vivaci. Molto bella la basilica di S. Maria Assunta che guarda sul sottostante porticciolo dall’alto di quello che era l'antico insediamento dell'Isola. La giornata volge al termine e sicchè, salutato Camogli, ho optato per la palloautostrada per tornare verso casa. Quasi giunto all’ovile, ho visto due mototuristi tedeschi in evidente difficoltà perché il loro navigatore li portava a passare su un ponte…crollato un anno e mezzo fa! Quindi, vestiti i panni di Lupo de Lupis, il lupino tanto buonino (vi ricordate i suoi cartoni animati?), gli ho detto di seguirmi lungo la strada per aggirare il ponte crollato, in tutto una dozzina di chilometri. E per chiudere in bellezza la giornata, dopo cena mi sono andato a gustare lo spettacolo del Vespucci illuminato con il tricolore!
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