Gabbie aperte! Non ci sembra vero. Riusciamo a partire, finalmente, tutti e due, anche se solo per un 'misero' quattro giorni. Perché i monti Lessini? Perché relativamente vicini (dato il tempo a disposizione...) perché ne ho sentito parlare bene e infine perché... non ci siamo mai stati. Partenza Venerdi 4 giugno, autostrada fino a Cremona, e poi un po' di statali: Mantova, Verona. Arriviamo a Erbezzo (VR), dove abbiamo prenotato per tutte e tre le notti. Ci troveremo bene.
Vista dall'albergo di Erbezzo
Fa caldo giù in pianura, non siamo freschi come rose, ma un primo girello esplorativo di questo angolo di Italia, si fa. E facciamo bene.
Però!, niente male davvero, questi Monti Lessini.
Il passo Fittanze
Paghi della scoperta, ci rintaniamo in albergo. A quota 1100 mt l'appetito e il sonno somigliano a quelli della gioventù... Le previsioni meteo della zona per domani sono pessime. Andiamo bene. Infatti al mattino ci svegliamo sotto.. un sole splendido e una mattina tersa. E via, allora a rivedere Verona, dopo tanto tempo. Che città !
La visita non può non cominciare da qui.....
...ma la città è molto, ma molto generosa, in fatto di bellezze artistiche e architettoniche.
Vista dal castello
Per rientrare facciamo un giro più lungo, allo scopo di vedere Bosco Chiesanuova. Stazione invernale carina, ma niente di speciale. Bella e panoramica invece la strada che vi sale. Andiamo ancora in località San Giorgio, più a Nord, dove i Lessini stanno per sconfinare in Trentino. Troviamo una quantità di moto notevole. Sembra che tutti gli smanettoni del circondario si diano appuntamento qui. Fra tute di pelle e moto da 'orecchio sull'asfalto' noi... stoniamo proprio.
Domenica, terzo giorno. Anche le previsioni di oggi sono pessime. Andiamo a Rovereto, ancora sotto il sole. Torniamo al passo Fittanze e percorriamo una strada impervia quanto spettacolare, detta 'della Vallagarina' che scende, in picchiata date le pendenze, su Rovereto. Bello il castello che vi troviamo, dove è ospitato un museo della guerra. Non sono certo uno che trova alcunché di buono o positivo nella guerra, ma se si tratta di conoscere, di sapere qualcosa di più, dico 'Presente!'. La parte del leone spetta alla prima guerra mondiale, e la visita mi fa stringere il cuore: è la rievocazione di un coacervo di sofferenze e di morte. Dalla carneficina dei soldati alle popolazioni civili sfollate, dalla sofferenza di madri mogli fratelli sorelle a fame, freddo malattie patite dai soldati. Ho letto più di un libro sull'argomento, ma vedendo certe fotografie, oppure leggendo alcune lettere di soldati o di congiunti, mi rendo conto di aver avuto una visione storica ancora fredda e distaccata. Si, sapevo di morte e sofferenze, ma questa visita mi ha avvicinato molto di più ad esse. E ovviamente ha rafforzato se possibile la mia opinione sulle guerre. La triste realtà dice che quelle conquiste territoriali, costate quel che sono costate, sono state letteralmente buttate via con imperdonabile leggerezza soltanto pochi anni dopo. E che comunque non potevano durare, date le differenze culturali. E che ci sono a tutt'oggi persone che ritengono che 'certe guerre' siano "giuste e necessarie". Persino dei residuati viventi che reclamano Istria e Dalmazia... lasciamo perdere.
Il castello di Rovereto
.... segue ....
Vista dall'albergo di Erbezzo
Fa caldo giù in pianura, non siamo freschi come rose, ma un primo girello esplorativo di questo angolo di Italia, si fa. E facciamo bene.
Però!, niente male davvero, questi Monti Lessini.
Il passo Fittanze
Paghi della scoperta, ci rintaniamo in albergo. A quota 1100 mt l'appetito e il sonno somigliano a quelli della gioventù... Le previsioni meteo della zona per domani sono pessime. Andiamo bene. Infatti al mattino ci svegliamo sotto.. un sole splendido e una mattina tersa. E via, allora a rivedere Verona, dopo tanto tempo. Che città !
La visita non può non cominciare da qui.....
...ma la città è molto, ma molto generosa, in fatto di bellezze artistiche e architettoniche.
Vista dal castello
Per rientrare facciamo un giro più lungo, allo scopo di vedere Bosco Chiesanuova. Stazione invernale carina, ma niente di speciale. Bella e panoramica invece la strada che vi sale. Andiamo ancora in località San Giorgio, più a Nord, dove i Lessini stanno per sconfinare in Trentino. Troviamo una quantità di moto notevole. Sembra che tutti gli smanettoni del circondario si diano appuntamento qui. Fra tute di pelle e moto da 'orecchio sull'asfalto' noi... stoniamo proprio.
Domenica, terzo giorno. Anche le previsioni di oggi sono pessime. Andiamo a Rovereto, ancora sotto il sole. Torniamo al passo Fittanze e percorriamo una strada impervia quanto spettacolare, detta 'della Vallagarina' che scende, in picchiata date le pendenze, su Rovereto. Bello il castello che vi troviamo, dove è ospitato un museo della guerra. Non sono certo uno che trova alcunché di buono o positivo nella guerra, ma se si tratta di conoscere, di sapere qualcosa di più, dico 'Presente!'. La parte del leone spetta alla prima guerra mondiale, e la visita mi fa stringere il cuore: è la rievocazione di un coacervo di sofferenze e di morte. Dalla carneficina dei soldati alle popolazioni civili sfollate, dalla sofferenza di madri mogli fratelli sorelle a fame, freddo malattie patite dai soldati. Ho letto più di un libro sull'argomento, ma vedendo certe fotografie, oppure leggendo alcune lettere di soldati o di congiunti, mi rendo conto di aver avuto una visione storica ancora fredda e distaccata. Si, sapevo di morte e sofferenze, ma questa visita mi ha avvicinato molto di più ad esse. E ovviamente ha rafforzato se possibile la mia opinione sulle guerre. La triste realtà dice che quelle conquiste territoriali, costate quel che sono costate, sono state letteralmente buttate via con imperdonabile leggerezza soltanto pochi anni dopo. E che comunque non potevano durare, date le differenze culturali. E che ci sono a tutt'oggi persone che ritengono che 'certe guerre' siano "giuste e necessarie". Persino dei residuati viventi che reclamano Istria e Dalmazia... lasciamo perdere.
Il castello di Rovereto
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