Quello che sto per raccontarvi, in realtà, non è un viaggio in moto ma è sicuramente uno dei viaggi più belli che abbia mai fatto.
La storia parte dal lontano, dal novembre 2019, quando io ed i miei due fratelli ci siamo consultati per decidere cosa regalare a papà per Natale: da felice pensionato ha già tutto e quello che non ha se lo compra su internet...…e quindi? Non rimaneva che regalargli qualcosa di incomprabile, ovvero …un viaggio, anzi... una zingarata insieme ai sue tre figli, senza le nuore e nipoti in mezzo ai piedi. Saremmo dovuti partire a maggio, ma poi il virus ci ha bloccati tutti in casa, ma il tempo non è andato perso perché mio fratello Marco nel frattempo è riuscito a convincere mio babbo a seguire un itinerario della memoria, andando a visitare quei luoghi in cui ha vissuto tanti anni fa con la mia mamma, che purtroppo ormai non c’'è più da 4 anni. Inizialmente mio babbo non voleva fare un giro del genere, ma poi si è convinto ed appassionato ed ha passato diverse giornate a programmare l'’itinerario.
E così il 25 settembre ci siamo ritrovati alla stazione Firenze, io proveniente da Aulla, mio fratello Enrico da Ancona e mio babbo e mio fratello da Fiesole, e siamo partiti col furgone di mio fratello Marco alla volta di Udine. Durante il viaggio è stato tutto un chiacchiericcio ed uno scambio di battute, ma vedevo mio padre un po'’ pensieroso, e la tensione non lo ha abbandonato nemmeno quando abbiamo fatto due passi nel centro di Udine. Il mattino seguente siamo partiti di buon ora, sotto un cielo grigio e nuvoloso, e finalmente mio babbo si è “sciolto” ed ha iniziato a raccontarci di quando, nel lontano 1960, giovane ufficiale dell'’esercito, partiva con il plotone al suo comando dalla caserma di Cervignano ed andava a pattugliare il confine con la Yugoslavia per tenere a bada “il nemico comunista”. Quindi, siamo arrivati a Palmanova, dove abbiamo fatto la prima tappa, perché qui è nato mio fratello maggiore Marco. Poi abbiamo proseguito e siamo arrivati a Muscoli, piccola frazione di Cervignano, e ci siamo fermati a visitare la piccola chiesa dove mamma e papà si sono sposati nel ’61 e dove dopo è stato battezzato anche mio fratello. Anche qui mio padre ci ha raccontato di come al matrimonio fossero presenti solo i testimoni, le rispettive mamme (i miei nonni sono morti entrambi durante la II^ G.M. sotto i bombardamenti di Roma e Milano) e pochissimi altri parenti, così come anche al battesimo di mio fratello, fatto anche questo in ristrettezze economiche, e di come la perpetua dovette andare di corsa nella fattoria a fianco della chiesetta a prendere una bacinella di acqua calda perché quella nella fonte battesimale si era ghiacciata durante la fredda notte di febbraio! Fatti pochi chilometri, siamo giunti davanti la casa di Cervignano dove mamma, papà e Marco hanno vissuto per circa due anni. I racconti di papà hanno dato colore alla grigia giornata, tanto che mi pareva di vedere mia madre e sentirne la voce mentre, seduta nel piccolo giardino davanti la casa, badava a mio fratello appena nato. Le tappe seguenti sono state Aquileia e poi Grado: ovviamente sono posti che hanno riportato alla memoria di mio babbo tanti bei ricordi delle scampagnate fatte insieme a mia mamma con la sua prima macchina: una bella FIAT 600! Da Grado, abbiamo proseguito verso il Sacrario di Redipuglia: che sgomento, che angoscia vedere tutti quei nomi sulle lastre che chiudono i loculi dove sono custoditi i resti dei tanti militari morti durante la Grande Guerra. Qui, mio babbo ci ha raccontato delle gesta eroiche di chi si è immolato per la nostra patria: “AGLI INVITTI CHE DIEDERO PER LA PATRIA TUTTO IL SANGUE SOLO E’ DEGNO DI ACCOSTARSI CHI HA NEL CUORE LA PATRIA”! infine, per chiudere la giornata, abbiamo visitato Gorizia, terra di confine con la Yugoslavia. Passata una piacevole serata, dove ho visto mio babbo finalmente sereno, il giorno seguente ci siamo diretti verso un altro luogo della memoria per mio babbo: Presenaio. Qui, nel ’56, mio babbo incontrò per la prima volta mia mamma; mia mamma era in vacanza in montagna con una sua collega che altri non era che la sorella di mio babbo. Non fu subito amore, anzi… mio padre, dai modi di fare un po'’ spicci e militareschi, il primo giorno, appena arrivato, si attirò l’'antipatia di mia madre facendole fare una lunga “marcia militare” lungo i sentieri di montagna…infatti, i restanti giorni di vacanza li trascorsero nel prato davanti l'’albergo. Ricordo ancora di aver visto una bella foto in bianco e nero con mamma, papà e mia zia distesi sull’'erba a rilassarsi, e papà ha finalmente reso viva questa immagine con i suoi racconti. Infine, lunedì 28 siamo ripartiti per tornare a casa; il viaggio, ahimè, è stato un po'’ travagliato perché poco dopo Padova si è guastata la macchina di mio fratello, e siamo riusciti a rientrare grazie a mia moglie che ci è venuta in soccorso con la sua auto. Durante il rientro mio babbo si è fatto di nuovo cupo ed ha parlato poco: …chissà quali pensieri, ricordi ed emozioni gli passavano per la testa. Uno penso di saperlo: che questa è stata una magnifica occasione per stare con i propri figli e rivedere un po'’ di posti importanti per lui e per mamma, ma probabilmente è ben consapevole che, data l’'età, è stata anche la sua ultima occasione per rivivere un po'’ quei luoghi e quei momenti, e sicuramente gli è dispiaciuto averli visti senza mamma al suo fianco. Che dire, per noi tre fratelli è stata una vera gioia essere riusciti a regalare a nostro babbo qualcosa di unico ed incomprabile. E che gioia rivedere dopo tanti anni mio padre “imbracciare” la sua amata macchina fotografica, che ormai giaceva dimenticata da anni nel fondo dell’'armadio, e vedergli compiere di nuovo quel gesto rituale di sfilarsi gli occhiali, mettersi in bocca una stanghetta ed accostare l'’occhio al mirino della macchina: ha scattato tante foto dei luoghi visitati ed a noi fratelli, ma sono sicuro che in cuor suo sperava di vedere nell'’inquadratura ancora e per sempre la sua amata sposina.
Alex72 ora capisci perché quel weekend non ho potuto partecipare al giro che hai fatto? dai speriamo in un'altra occasione
La storia parte dal lontano, dal novembre 2019, quando io ed i miei due fratelli ci siamo consultati per decidere cosa regalare a papà per Natale: da felice pensionato ha già tutto e quello che non ha se lo compra su internet...…e quindi? Non rimaneva che regalargli qualcosa di incomprabile, ovvero …un viaggio, anzi... una zingarata insieme ai sue tre figli, senza le nuore e nipoti in mezzo ai piedi. Saremmo dovuti partire a maggio, ma poi il virus ci ha bloccati tutti in casa, ma il tempo non è andato perso perché mio fratello Marco nel frattempo è riuscito a convincere mio babbo a seguire un itinerario della memoria, andando a visitare quei luoghi in cui ha vissuto tanti anni fa con la mia mamma, che purtroppo ormai non c’'è più da 4 anni. Inizialmente mio babbo non voleva fare un giro del genere, ma poi si è convinto ed appassionato ed ha passato diverse giornate a programmare l'’itinerario.
E così il 25 settembre ci siamo ritrovati alla stazione Firenze, io proveniente da Aulla, mio fratello Enrico da Ancona e mio babbo e mio fratello da Fiesole, e siamo partiti col furgone di mio fratello Marco alla volta di Udine. Durante il viaggio è stato tutto un chiacchiericcio ed uno scambio di battute, ma vedevo mio padre un po'’ pensieroso, e la tensione non lo ha abbandonato nemmeno quando abbiamo fatto due passi nel centro di Udine. Il mattino seguente siamo partiti di buon ora, sotto un cielo grigio e nuvoloso, e finalmente mio babbo si è “sciolto” ed ha iniziato a raccontarci di quando, nel lontano 1960, giovane ufficiale dell'’esercito, partiva con il plotone al suo comando dalla caserma di Cervignano ed andava a pattugliare il confine con la Yugoslavia per tenere a bada “il nemico comunista”. Quindi, siamo arrivati a Palmanova, dove abbiamo fatto la prima tappa, perché qui è nato mio fratello maggiore Marco. Poi abbiamo proseguito e siamo arrivati a Muscoli, piccola frazione di Cervignano, e ci siamo fermati a visitare la piccola chiesa dove mamma e papà si sono sposati nel ’61 e dove dopo è stato battezzato anche mio fratello. Anche qui mio padre ci ha raccontato di come al matrimonio fossero presenti solo i testimoni, le rispettive mamme (i miei nonni sono morti entrambi durante la II^ G.M. sotto i bombardamenti di Roma e Milano) e pochissimi altri parenti, così come anche al battesimo di mio fratello, fatto anche questo in ristrettezze economiche, e di come la perpetua dovette andare di corsa nella fattoria a fianco della chiesetta a prendere una bacinella di acqua calda perché quella nella fonte battesimale si era ghiacciata durante la fredda notte di febbraio! Fatti pochi chilometri, siamo giunti davanti la casa di Cervignano dove mamma, papà e Marco hanno vissuto per circa due anni. I racconti di papà hanno dato colore alla grigia giornata, tanto che mi pareva di vedere mia madre e sentirne la voce mentre, seduta nel piccolo giardino davanti la casa, badava a mio fratello appena nato. Le tappe seguenti sono state Aquileia e poi Grado: ovviamente sono posti che hanno riportato alla memoria di mio babbo tanti bei ricordi delle scampagnate fatte insieme a mia mamma con la sua prima macchina: una bella FIAT 600! Da Grado, abbiamo proseguito verso il Sacrario di Redipuglia: che sgomento, che angoscia vedere tutti quei nomi sulle lastre che chiudono i loculi dove sono custoditi i resti dei tanti militari morti durante la Grande Guerra. Qui, mio babbo ci ha raccontato delle gesta eroiche di chi si è immolato per la nostra patria: “AGLI INVITTI CHE DIEDERO PER LA PATRIA TUTTO IL SANGUE SOLO E’ DEGNO DI ACCOSTARSI CHI HA NEL CUORE LA PATRIA”! infine, per chiudere la giornata, abbiamo visitato Gorizia, terra di confine con la Yugoslavia. Passata una piacevole serata, dove ho visto mio babbo finalmente sereno, il giorno seguente ci siamo diretti verso un altro luogo della memoria per mio babbo: Presenaio. Qui, nel ’56, mio babbo incontrò per la prima volta mia mamma; mia mamma era in vacanza in montagna con una sua collega che altri non era che la sorella di mio babbo. Non fu subito amore, anzi… mio padre, dai modi di fare un po'’ spicci e militareschi, il primo giorno, appena arrivato, si attirò l’'antipatia di mia madre facendole fare una lunga “marcia militare” lungo i sentieri di montagna…infatti, i restanti giorni di vacanza li trascorsero nel prato davanti l'’albergo. Ricordo ancora di aver visto una bella foto in bianco e nero con mamma, papà e mia zia distesi sull’'erba a rilassarsi, e papà ha finalmente reso viva questa immagine con i suoi racconti. Infine, lunedì 28 siamo ripartiti per tornare a casa; il viaggio, ahimè, è stato un po'’ travagliato perché poco dopo Padova si è guastata la macchina di mio fratello, e siamo riusciti a rientrare grazie a mia moglie che ci è venuta in soccorso con la sua auto. Durante il rientro mio babbo si è fatto di nuovo cupo ed ha parlato poco: …chissà quali pensieri, ricordi ed emozioni gli passavano per la testa. Uno penso di saperlo: che questa è stata una magnifica occasione per stare con i propri figli e rivedere un po'’ di posti importanti per lui e per mamma, ma probabilmente è ben consapevole che, data l’'età, è stata anche la sua ultima occasione per rivivere un po'’ quei luoghi e quei momenti, e sicuramente gli è dispiaciuto averli visti senza mamma al suo fianco. Che dire, per noi tre fratelli è stata una vera gioia essere riusciti a regalare a nostro babbo qualcosa di unico ed incomprabile. E che gioia rivedere dopo tanti anni mio padre “imbracciare” la sua amata macchina fotografica, che ormai giaceva dimenticata da anni nel fondo dell’'armadio, e vedergli compiere di nuovo quel gesto rituale di sfilarsi gli occhiali, mettersi in bocca una stanghetta ed accostare l'’occhio al mirino della macchina: ha scattato tante foto dei luoghi visitati ed a noi fratelli, ma sono sicuro che in cuor suo sperava di vedere nell'’inquadratura ancora e per sempre la sua amata sposina.
Alex72 ora capisci perché quel weekend non ho potuto partecipare al giro che hai fatto? dai speriamo in un'altra occasione
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