…si, strappo muscolare al polpaccio della gamba sinistra che mi sono procurato dopo pochi giorni dall’arrivo in Turchia e che mi ha bloccato 4 giorni a Goreme! Ma andiamo per ordine. Partito da Aulla ho fatto tappa ad Ancona dove ho preso il traghetto per Igoumenitsa, e già qui avrei dovuto capire che sarebbe stato un viaggio difficile, perché il traghetto è arrivato con mooolto ritardo, è partito con altrettanto ritardo ed è arrivato in Grecia con lo stesso ritardo, per cui ho dovuto fare una lunga e noiosa tiratona di poco più di 600 km (quella che i motociclisti romantici chiamano “cavalcata”… io dico “...due palle così”!), con solo soste “tecniche”, lungo la superstrada Egnatia Odos, fino quasi ad Alessandropoli dove ho dormito in un bel albergo in riva al mare. Il giorno seguente ho affrontato il confine Turco dove ho perso più di un’ora per comprare una carta telefonia turca, per fare la “carta verde” per la moto, e soprattutto per passare ben 4 punti di controllo turchi dove chiedono sempre il passaporto, la carta verde ed il libretto della moto…il prossimo che parla male dell’Unione Europea farebbe bene a provare cosa vuol dire passare un confine non U.E.! Entrato in Turchia ho passato lo stretto dei Dardanelli con un comodo traghetto in corrispondenza di Canakkale per arrivare ad Assos, antica città greca (di cui rimane il sito archeologico) e con uno stupendo borgo marinaro con piccoli alberghi e ristoranti che affacciano direttamente sul mare (…wonderful!). Ripartito da Assos ho seguito la strada lungo la piacevole costa dell’Egeo fino all’isola di Cunda (Alibey Island) dove avevo appuntamento con un mio amico motociclista turco, conosciuto l’anno scorso in Romania. Dopo una piacevole giornata trascorsa in buona compagnia, ed aver partecipato ad un motoraduno, sono ripartito per raggiungere Pamukkale: inutile sperticarmi nella descrizione della magnificenza e particolarità del posto di cui avrete visto migliaia di immagini! Oltre le famose formazioni calcaree, vi consiglio la visita del sito archeologico (si paga un biglietto unico per l’ingresso). Da qui, ho proseguito il viaggio tornando sul mare, questa volta Mediterraneo, facendo sosta nel paese marinaro di Kas…ovviamente ho dormito in un albergo in riva al mare, nemmeno a dirlo! Sempre lungo la costa, altra tappa ad Antalya, una bella e moderna città che si affaccia sul Mediterraneo, che ha mantenuto un affascinante centro storico. Ma questo è stato solo l’antipasto del viaggio, perché da qui in poi mi aspettava la Turchia “vera”! Prima sosta a Konia, la città santa dell’Anatolia, dove è nato l’ordine dei Dervisci, dove finalmente ho iniziato ad assaporare il sapore d’oriente, con le nenie dei muezzin che ti svegliano il mattino presto e ti danno la “buonanotte” alla sera ed il forte odore delle spezie multicolori esposte sui banchi dei negozi. Dopo Konia, altra tappa d’obbligo Goreme in Cappadocia e qua…è successo il patatrac dello strappo muscolare che mi ha costretto a letto per tre giorni. Il quarto giorno non ho resistito ed ho preso a noleggio un quad per girare i dintorni di Goreme ed infine il quinto giorno, stringendo i denti e con molta cautela mi sono rimesso in viaggio. Purtroppo lo stop mi ha obbligato a tagliare alcune tappe più orientali, ma vabbè sarà per un altro viaggio! Anche della bellezza della Cappadocia non c’è bisogno che vi racconti! Dopo Goreme è stata la volta della città storica di Tokat dove ho mangiato il “vero” kebab, che tradizione vuole sia nato proprio in questa cittadina, e visitato le varie moschee e caravanserragli; mi sa che a Tokat di turisti stranieri ne vedono ben pochi perché anche il personale della reception dell’albergo non sapeva l’inglese! Altra breve tappa per fare sosta nella bella cittadina di Amasya, fondata dalla regina delle Amazzoni (da cui il nome), conserva diversi monumenti islamici ed un bel centro storico di case ottomane mollemente distese lungo la riva del fiume che divide la città. Da Amasya un lungo trasferimento per arrivare a Safranbolu, una delle città turche più belle del viaggio, dal bel centro storico ricco di case ottomane ben conservate, anche se mi è stato molto difficile e doloroso visitarla per via dello strappo muscolare perché le stradine sono acciottolate ed in forte pendenza. Poi le ultime tappe in Turchia, ovvero Bursa, città moderna che conserva molti monumenti mussulmani (tra cui la Grande Moschea, che è veramente graaaande!) ed Edirne, città di frontiera che racchiude le caratteristiche delle città turche, greche e bulgare, con il fascino delle città mussulmane: molto piacevole da girare. Ripetuta la trafila in uscita dalla Turchia (…si di nuovo lunga coda e 4 controlli, per più di un’ora), ed imboccata nuovamente la superstrada Egnatia Odos, ho raggiunto Salonicco che, devo dire, dopo la bellezza delle cittadine turche mi ha fatto una brutta impressione. Infine Igoumentisa e di nuovo il traghetto per Ancona ed il rientro a casa: anche questa volta il traghetto è arrivato con molto ritardo e quindi è arrivato in Ancona con altrettanto ritardo!
Questo è il racconto stringato di 20 giorni di viaggio (poco più di 6000 km), ma quello che vorrei essere capace di fare, e purtroppo non lo sono perché non sono uno scrittore, è raccontarvi la bellezza dei panorami, il fascino dei vari paesini attraversati che sembrano vivere ancora nel 20° secolo se non addirittura nel 19°, ma soprattutto mi piacerebbe riuscire a trasmettervi le sensazioni provate a contatto con un popolo cordialissimo e sempre molto disponibile (mi hanno aiutato tantissimo sia quando mi sono fatto male a Goreme, ma anche nelle tappe successive) e molto curioso nei confronti degli stranieri, tanto da riuscire a superare la barriera della lingua ed a “dialogare” con semplici gesti e (poche) parole in inglese. Indimenticabili i momenti di quando mi sono fermato ad un posto di blocco della polizia lungo la strada per chiedere un’indicazione stradale: i 4 poliziotti, tutti rigorosamente armati di mitra, mi hanno letteralmente accerchiato e si sperticavano in tutte le maniere di capire quello che gli dicevo e farsi capire tra mille sorrisi e l’immancabile offerta della tazza di tè nero turco...è mancato solo lo scatto di un selfie di gruppo! Altrettanto indimenticabile quando ho salvato la vita ad un motociclista turco; lui non parlava inglese, men che meno io il turco, quindi ci siamo guardati fissi negli occhi, una stretta di mano ed una pacca sulla spalla sono valse ben più di mille parole di ringraziamento. E poi il fascino delle ragazze col velo: non so lo descrivere, ma per me hanno una sensualità tutta particolare; per non parlare dello sguardo tagliente e misterioso delle donne col burqua. L’interno delle moschee è sempre molto semplice e disadorno, a parte gli affreschi con i versetti del Corano e qualche decorazione con le maioliche colorate e forse, proprio per questo, trasmettono più spiritualità e senso di raccoglimento delle nostre chiese (…a voi cosa trasmette più spiritualità S. Pietro o S. Galgano?). In quanto a moto, ne ho viste veramente poche di grossa cilindrata, per lo più ho visto motociclette 125 e 250 della Mondial e CUBA (…?), nonché delle Honda che da noi non vengono importate, con le bisacce di traverso sulle selle come quando una volta venivano usate sul dorso dei muli o dei cammelli, al posto dei classici ed europei bauletti.
Ah, un’ultima cosa: si la benzina costa meno che da noi, mentre in Grecia costa come e più che da noi…tanto lo so che me lo avreste chiesto!
qui trovate le foto che purtroppo non riesco a caricare direttamente sul forum https://photos.app.goo.gl/srrocXqAem4bg3wq9
Questo è il racconto stringato di 20 giorni di viaggio (poco più di 6000 km), ma quello che vorrei essere capace di fare, e purtroppo non lo sono perché non sono uno scrittore, è raccontarvi la bellezza dei panorami, il fascino dei vari paesini attraversati che sembrano vivere ancora nel 20° secolo se non addirittura nel 19°, ma soprattutto mi piacerebbe riuscire a trasmettervi le sensazioni provate a contatto con un popolo cordialissimo e sempre molto disponibile (mi hanno aiutato tantissimo sia quando mi sono fatto male a Goreme, ma anche nelle tappe successive) e molto curioso nei confronti degli stranieri, tanto da riuscire a superare la barriera della lingua ed a “dialogare” con semplici gesti e (poche) parole in inglese. Indimenticabili i momenti di quando mi sono fermato ad un posto di blocco della polizia lungo la strada per chiedere un’indicazione stradale: i 4 poliziotti, tutti rigorosamente armati di mitra, mi hanno letteralmente accerchiato e si sperticavano in tutte le maniere di capire quello che gli dicevo e farsi capire tra mille sorrisi e l’immancabile offerta della tazza di tè nero turco...è mancato solo lo scatto di un selfie di gruppo! Altrettanto indimenticabile quando ho salvato la vita ad un motociclista turco; lui non parlava inglese, men che meno io il turco, quindi ci siamo guardati fissi negli occhi, una stretta di mano ed una pacca sulla spalla sono valse ben più di mille parole di ringraziamento. E poi il fascino delle ragazze col velo: non so lo descrivere, ma per me hanno una sensualità tutta particolare; per non parlare dello sguardo tagliente e misterioso delle donne col burqua. L’interno delle moschee è sempre molto semplice e disadorno, a parte gli affreschi con i versetti del Corano e qualche decorazione con le maioliche colorate e forse, proprio per questo, trasmettono più spiritualità e senso di raccoglimento delle nostre chiese (…a voi cosa trasmette più spiritualità S. Pietro o S. Galgano?). In quanto a moto, ne ho viste veramente poche di grossa cilindrata, per lo più ho visto motociclette 125 e 250 della Mondial e CUBA (…?), nonché delle Honda che da noi non vengono importate, con le bisacce di traverso sulle selle come quando una volta venivano usate sul dorso dei muli o dei cammelli, al posto dei classici ed europei bauletti.
Ah, un’ultima cosa: si la benzina costa meno che da noi, mentre in Grecia costa come e più che da noi…tanto lo so che me lo avreste chiesto!
qui trovate le foto che purtroppo non riesco a caricare direttamente sul forum https://photos.app.goo.gl/srrocXqAem4bg3wq9
Commenta