La mattina in giro a fare commissioni, con la mente imballata da pensieri contrastanti.
"Vado o non vado....vado o non vado...?"
La logica (leggasi termometro) consigliava un placido pomeriggio in bocca al divano, ma l'istinto.....eeeeeehhh....è sempre un casino far tornare i conti con l'istinto.
E infatti ha vinto lui!
Parto bardato di tutto punto, pure punto e virgola. Era una vita che non mi mettevo la calzamaglia di lana, e da puro deficiente mi ritrovo contento mentre cerco di infilarmici dentro.
Oggi è davvero freddo, e alle 12 esco dal garage convinto che la girata sarà ina, giusto il tempo di prendermi un panino nel raggio di pochi km e soddisfare la voglia di cavalcata, seppur breve.
Invece...oh....dai...non è così freddo e le estremità non lanciano i classici dolori acuti che il cervello traduce in una semplice verità: "Il padrone di mani e piedi è una testa di *****!".
Di certo c'è che on the road la natura fa il suo per farmi capire che l'istinto ha preso il sopravvento sulla logica...
Il caldo abbraccio della Faentina
Continuo a sorprendermi di stare tutto sommato bene e l'istinto, che oggi sta facendo un gran lavoro, non ci mette molto a convincermi di salire su verso il passo della Consuma, dove mi sarei potuto mangiare un po' della rinomatissima schiacciata che lassù fanno in mille modi.
La strada, in alcuni tratti all'ombra, è infida e in generale salata, ma piuttosto asciutta, il che mi fa andare su in sicurezza e in pigra scioltezza.
Sul valico molte macchine, ma per vedere qualche moto dovrò aspettare l'arrivo di un gruppetto di enduristi, quattro diavoli del fango.
Dentro allo chalet un po' di varia umanità che si gode il tepore della stufa.
Premio l'istinto con due pezzetti di schiacciata alle cipolle, accompagnando il tutto con un po' di vinello che non ha niente di speciale.
La schiacciata invece è buonissima, croccante, goduriosa, tanto che ne avrei mangiata una teglia intera, maremma sovrappesa!
Accontentato lo stomaco riparto, tornando per un po' sui miei passi.
Una volta a Diacceto prendo per Rufina, per calare verso la Valdisieve.
La stradina è bella, panoramica, e l'occhio può spaziare lontano o sbirciare ritagli di micro borghi rurali.
In epoca feudale la zona era sotto il dominio della famiglia Guidi, proprietaria di molti possedimenti come ad esempio il Castello di Falgano, che ha perso la sua funzione di difesa e oggi si presenta ai nostri occhi come un pacifico piccolissimo borgo.
Falgano
Termino la mia discesa a Rufina e sto per puntare il muso della strommina verso la salita che mi porterà a Santa Brigida passando da un punto particolare e a me caro.
Un cartello però mi sollazza e di nuovo l'istinto ce l'ha vinta. Acone diventa la nuova metà.
Mi arrampico su per il monte Giovi lungo una strada che assomiglia più ad uno scivolo contortissimo di un acquapark.
....continua.....
"Vado o non vado....vado o non vado...?"
La logica (leggasi termometro) consigliava un placido pomeriggio in bocca al divano, ma l'istinto.....eeeeeehhh....è sempre un casino far tornare i conti con l'istinto.
E infatti ha vinto lui!
Parto bardato di tutto punto, pure punto e virgola. Era una vita che non mi mettevo la calzamaglia di lana, e da puro deficiente mi ritrovo contento mentre cerco di infilarmici dentro.
Oggi è davvero freddo, e alle 12 esco dal garage convinto che la girata sarà ina, giusto il tempo di prendermi un panino nel raggio di pochi km e soddisfare la voglia di cavalcata, seppur breve.
Invece...oh....dai...non è così freddo e le estremità non lanciano i classici dolori acuti che il cervello traduce in una semplice verità: "Il padrone di mani e piedi è una testa di *****!".
Di certo c'è che on the road la natura fa il suo per farmi capire che l'istinto ha preso il sopravvento sulla logica...
Il caldo abbraccio della Faentina
Continuo a sorprendermi di stare tutto sommato bene e l'istinto, che oggi sta facendo un gran lavoro, non ci mette molto a convincermi di salire su verso il passo della Consuma, dove mi sarei potuto mangiare un po' della rinomatissima schiacciata che lassù fanno in mille modi.
La strada, in alcuni tratti all'ombra, è infida e in generale salata, ma piuttosto asciutta, il che mi fa andare su in sicurezza e in pigra scioltezza.
Sul valico molte macchine, ma per vedere qualche moto dovrò aspettare l'arrivo di un gruppetto di enduristi, quattro diavoli del fango.
Dentro allo chalet un po' di varia umanità che si gode il tepore della stufa.
Premio l'istinto con due pezzetti di schiacciata alle cipolle, accompagnando il tutto con un po' di vinello che non ha niente di speciale.
La schiacciata invece è buonissima, croccante, goduriosa, tanto che ne avrei mangiata una teglia intera, maremma sovrappesa!
Accontentato lo stomaco riparto, tornando per un po' sui miei passi.
Una volta a Diacceto prendo per Rufina, per calare verso la Valdisieve.
La stradina è bella, panoramica, e l'occhio può spaziare lontano o sbirciare ritagli di micro borghi rurali.
In epoca feudale la zona era sotto il dominio della famiglia Guidi, proprietaria di molti possedimenti come ad esempio il Castello di Falgano, che ha perso la sua funzione di difesa e oggi si presenta ai nostri occhi come un pacifico piccolissimo borgo.
Falgano
Termino la mia discesa a Rufina e sto per puntare il muso della strommina verso la salita che mi porterà a Santa Brigida passando da un punto particolare e a me caro.
Un cartello però mi sollazza e di nuovo l'istinto ce l'ha vinta. Acone diventa la nuova metà.
Mi arrampico su per il monte Giovi lungo una strada che assomiglia più ad uno scivolo contortissimo di un acquapark.
....continua.....
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