Sabato 17 agosto
Tappa 15: Uchisar - Konya
km. 360
E i Dervisci rotanti??
Abbiamo puntato la sveglia alle 5.30, non faremo il giro in mongolfiera, ma dalla finestra della nostra camera possiamo osservare il volo di questi enormi palloni al sorger del sole: incredibile! Ritorniamo poi a letto per goderci l'ultima oretta prima della colazione.
La partenza subisce un piacevole ritardo perché incontriamo di nuovo Roberta e Valentino (loro si tratterranno qui un altro giorno). Lasciamo la Cappadocia soddisfatti dalle sue innegabile bellezze, ma con la consapevolezza che l'atmosfera e lo spirito del viaggio sono cambiati. Possiamo dire, generalizzando un po', che la Turchia è divisa in due da una linea immaginaria che attraversa la Cappadocia. Ad ovest la Turchia occidentalizzata e più turistica e ad est un mondo a se rispetto al resto della nazione, con tante sfumature diverse ma sempre distanti dalla nostra cultura e dal nostro tempo. Inutile dire che quest'ultima parte a noi è risultata più affascinate e quando penseremo alla Turchia le prime immagini che ci salteranno in mente saranno sicuramente le steppe di Kars, i confini orientali intorno all'Ararat e le città mediorientali del Kurdistan.
La strada di oggi sarebbe breve, se non che decidiamo di allungare per vedere il Tuz Golu, il terzo lago salato del mondo. Nella parte settentrionale del lago hanno costruito una strada (non asfaltata) che lo attraversa. In alcuni punti è possibile anche scendere sul lago vero e proprio. Il tempo di due foto e si riparte tenendoci alla larga da enormi TIR, unici mezzi incontrati su queste strade, che sollevano una polvere esagerata. Arrivati sull'altra sponda del lago dopo altri km di strade polverose, guadagniamo la strada principale a 4 corsie che ci porta rapidamente a Konya superando indenni diversi controlli di velocità. La polizia utilizza sempre lo stesso "schema": un auto civetta con telelaser parcheggiata sulla corsia di emergenza in contromano (perché il telelaser è fisso sul cruscotto), dopo qualche centinaio di metri la seconda pattuglia ferma le macchina in contravvenzione, non prima di aver ridotta la strada a una corsia di marcia in modo che tutti siamo costretti a rallentare.
Konya, città di oltre un milione di abitanti, ci accoglie con un gran caldo e l'immancabile traffico "no rules". Trovata una sistemazione in centro (90lt con il parcheggio privato) ci precipitiamo al museo di Mevlana che troviamo chiuso. Rimediamo con una passeggiata tra migliaia di persone e ci rendiamo conto che si tratta di una manifestazione politica, decidiamo così di tenerci alla larga (non si sa mai).
Proprio qui Konya è nata la comunità religiosa dei Dervisci rotanti fondata dal maestro Rumi, chiamato poi Mevlana, cioè la nostra guida. Oggi sono riconosciuti solo come associazione culturale e non più religiosa, ma ogni anno oltre un milione e mezzo di turchi si recano qui in pellegrinaggio. La cerimonia religiosa dei mevleni, detta "Sema", è una danza rituale che rappresenta l'unione mistica con dio attraverso un lungo e ripetitivo movimento rotatorio. L'UNESCO a inserito questa danza nel Patrimonio Orale e Immateriale dell'Umanità. Per pura fortuna solo al sabato la cerimonia si tiene presso il modernissimo centro culturale di Mevlana. Così curiosi alle 20.30, in compagnia di Francesco e Chiara incontrati lungo la strada, andiamo a gustarci la danza. E' veramente incredibile come riescono tutti a muoversi in modo lento e sincronizzato roteando interrottamente (e pensare che c'è anche un bambino, mitico!)
Tappa 15: Uchisar - Konya
km. 360
E i Dervisci rotanti??
Abbiamo puntato la sveglia alle 5.30, non faremo il giro in mongolfiera, ma dalla finestra della nostra camera possiamo osservare il volo di questi enormi palloni al sorger del sole: incredibile! Ritorniamo poi a letto per goderci l'ultima oretta prima della colazione.
La partenza subisce un piacevole ritardo perché incontriamo di nuovo Roberta e Valentino (loro si tratterranno qui un altro giorno). Lasciamo la Cappadocia soddisfatti dalle sue innegabile bellezze, ma con la consapevolezza che l'atmosfera e lo spirito del viaggio sono cambiati. Possiamo dire, generalizzando un po', che la Turchia è divisa in due da una linea immaginaria che attraversa la Cappadocia. Ad ovest la Turchia occidentalizzata e più turistica e ad est un mondo a se rispetto al resto della nazione, con tante sfumature diverse ma sempre distanti dalla nostra cultura e dal nostro tempo. Inutile dire che quest'ultima parte a noi è risultata più affascinate e quando penseremo alla Turchia le prime immagini che ci salteranno in mente saranno sicuramente le steppe di Kars, i confini orientali intorno all'Ararat e le città mediorientali del Kurdistan.
La strada di oggi sarebbe breve, se non che decidiamo di allungare per vedere il Tuz Golu, il terzo lago salato del mondo. Nella parte settentrionale del lago hanno costruito una strada (non asfaltata) che lo attraversa. In alcuni punti è possibile anche scendere sul lago vero e proprio. Il tempo di due foto e si riparte tenendoci alla larga da enormi TIR, unici mezzi incontrati su queste strade, che sollevano una polvere esagerata. Arrivati sull'altra sponda del lago dopo altri km di strade polverose, guadagniamo la strada principale a 4 corsie che ci porta rapidamente a Konya superando indenni diversi controlli di velocità. La polizia utilizza sempre lo stesso "schema": un auto civetta con telelaser parcheggiata sulla corsia di emergenza in contromano (perché il telelaser è fisso sul cruscotto), dopo qualche centinaio di metri la seconda pattuglia ferma le macchina in contravvenzione, non prima di aver ridotta la strada a una corsia di marcia in modo che tutti siamo costretti a rallentare.
Konya, città di oltre un milione di abitanti, ci accoglie con un gran caldo e l'immancabile traffico "no rules". Trovata una sistemazione in centro (90lt con il parcheggio privato) ci precipitiamo al museo di Mevlana che troviamo chiuso. Rimediamo con una passeggiata tra migliaia di persone e ci rendiamo conto che si tratta di una manifestazione politica, decidiamo così di tenerci alla larga (non si sa mai).
Proprio qui Konya è nata la comunità religiosa dei Dervisci rotanti fondata dal maestro Rumi, chiamato poi Mevlana, cioè la nostra guida. Oggi sono riconosciuti solo come associazione culturale e non più religiosa, ma ogni anno oltre un milione e mezzo di turchi si recano qui in pellegrinaggio. La cerimonia religiosa dei mevleni, detta "Sema", è una danza rituale che rappresenta l'unione mistica con dio attraverso un lungo e ripetitivo movimento rotatorio. L'UNESCO a inserito questa danza nel Patrimonio Orale e Immateriale dell'Umanità. Per pura fortuna solo al sabato la cerimonia si tiene presso il modernissimo centro culturale di Mevlana. Così curiosi alle 20.30, in compagnia di Francesco e Chiara incontrati lungo la strada, andiamo a gustarci la danza. E' veramente incredibile come riescono tutti a muoversi in modo lento e sincronizzato roteando interrottamente (e pensare che c'è anche un bambino, mitico!)
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