Per conto dell'amico Massimo Ronchin, in riunione con il Grande Capo, vi anticipo qualche news sulla Via delle Malghe ...
In attesa di un report di maggior dettaglio, vi racconto un po’ le avventure di questi due giorni dell’allegra brigata del casaro.
Il tutto inizia il venerdì sera in quel di Maerne con l’arrivo dei primi partecipanti all’agriturismo con Davide che decide di vagare tra i capannoni della zona industriale di Padova ……
E la successiva riunione in trattoria apre le danze alla grande abbuffata che seguirà fino a domenica a mezzogiorno.
Silvio ha voluto conoscere il cuoco, dandogli del terrorista …
Sabato mattina puntuali come svizzeri l’allegra compagnia si ritrova nella piazza Castello di Noale per la consegna del road book, adesivi e patch.
E mentre invito i partecipanti ad indossare l’antipioggia………….un lontano tuono apre le danze.
I 15 chilometri che separano Noale da Castelfranco sono percorsi sotto una debole pioggia, ma le auto che incrociamo non sono bagnate …..
Arriviamo ai piedi della salita e dopo le foto di rito inizia la salita.
Incredibilmente la strada è asciutta e dopo alcuni tornanti la vista si apre sulla pianura interessata da ben visibili temporali.
Al cartello che segna altitudine 1100 metri, entriamo nelle nuvole.
Azz…., proprio adesso che inizia il bello….
Conosco la strada a memoria, se fossi sull’XT il cambio funzionerebbe da solo, eppure una nebbia così fitta non la trovavo da un bel po’…
Peccato davvero.
Raggiunta la Cima Grappa visitiamo tra la nebbia il monumento ai caduti, visibilità 20 metri, come stamattina in laguna!
E’ giunta l’ora del pranzo e il rifugio Bocchette è poco sotto e miracolosamente fuori dalle nubi.
Ma il Grappa è così. Ogni versante una sorpresa.
Sul tavolo una calda e gustosissima zuppa di farro, fagioli e pancetta riscalda gli animi, e il caminetto acceso fa tanto autunno.
Brindiamo tra il corale “E se fuori piove …… chissenefrega!”
Ave (la padrona di casa) ci vizia e dopo la zuppa porta in tavola gnocchi di zucca con ricotta affumicata (di Speloncia ovviamente).
Ma siamo qui per gustare i formaggi di Speloncia e così poco dopo sul tavolo arriva una fumante polenta con cinque deliziosi tipi di formaggio.
Dopo aver salutato Ave andiamo a sbirciare la porta della speloncia dove i formaggi si stanno affinando.
Mentre scendiamo per la stretta e tortuosa strada mi perdo a guardare dallo specchietto retrovisore le foglie rosse alzate dal nostro passaggio.
Benarrivato autunno!
Denis Secco (mastro casaro della Speloncia) mi fa una sorpresa ed è lì ad attenderci al negozio. Doveva essere una sosta di 15 minuti, invece più di qualcuno a casa inizierà a farsi il formaggio da sé.
Il tempo tiene, nessun cambio programma, si scende al Lago del Corlo, poi via a Valstagna e su per la tortuosissima strada.
Siamo all’imbrunire e appena entriamo nella nebbia si fa notte.
In lontananza di tanto in tanto si intravede una luce. Eccolo, l’albergo Marcesina!
Siamo a tavola è un primo giro di impressioni è molto positivo.
Spero siano stati sinceri.
Menù della cena, giusto per far morire d’invidia chi non c’era…………
Polentina calda con soppressa e porcini freschi
Ravioli al nero di seppia ripieni di carne su vellutata di porri (10 e lode)
Strangolapreti con stravecchio di Malga Scura (10)
Piatto Marcesina (polenta, Tosella con lardo croccante, finferli e salsiccia al merlot) (10 e lode)
Dolcetto al cioccolato con pere e salsa di more (11…)
Alle 23 lasciamo la sala da pranzo. Si esce ad ascoltare l’assoluto silenzio di questo posto.
Buonanotte mototuristi.
In attesa di un report di maggior dettaglio, vi racconto un po’ le avventure di questi due giorni dell’allegra brigata del casaro.
Il tutto inizia il venerdì sera in quel di Maerne con l’arrivo dei primi partecipanti all’agriturismo con Davide che decide di vagare tra i capannoni della zona industriale di Padova ……
E la successiva riunione in trattoria apre le danze alla grande abbuffata che seguirà fino a domenica a mezzogiorno.
Silvio ha voluto conoscere il cuoco, dandogli del terrorista …
Sabato mattina puntuali come svizzeri l’allegra compagnia si ritrova nella piazza Castello di Noale per la consegna del road book, adesivi e patch.
E mentre invito i partecipanti ad indossare l’antipioggia………….un lontano tuono apre le danze.
I 15 chilometri che separano Noale da Castelfranco sono percorsi sotto una debole pioggia, ma le auto che incrociamo non sono bagnate …..
Arriviamo ai piedi della salita e dopo le foto di rito inizia la salita.
Incredibilmente la strada è asciutta e dopo alcuni tornanti la vista si apre sulla pianura interessata da ben visibili temporali.
Al cartello che segna altitudine 1100 metri, entriamo nelle nuvole.
Azz…., proprio adesso che inizia il bello….
Conosco la strada a memoria, se fossi sull’XT il cambio funzionerebbe da solo, eppure una nebbia così fitta non la trovavo da un bel po’…
Peccato davvero.
Raggiunta la Cima Grappa visitiamo tra la nebbia il monumento ai caduti, visibilità 20 metri, come stamattina in laguna!
E’ giunta l’ora del pranzo e il rifugio Bocchette è poco sotto e miracolosamente fuori dalle nubi.
Ma il Grappa è così. Ogni versante una sorpresa.
Sul tavolo una calda e gustosissima zuppa di farro, fagioli e pancetta riscalda gli animi, e il caminetto acceso fa tanto autunno.
Brindiamo tra il corale “E se fuori piove …… chissenefrega!”
Ave (la padrona di casa) ci vizia e dopo la zuppa porta in tavola gnocchi di zucca con ricotta affumicata (di Speloncia ovviamente).
Ma siamo qui per gustare i formaggi di Speloncia e così poco dopo sul tavolo arriva una fumante polenta con cinque deliziosi tipi di formaggio.
Dopo aver salutato Ave andiamo a sbirciare la porta della speloncia dove i formaggi si stanno affinando.
Mentre scendiamo per la stretta e tortuosa strada mi perdo a guardare dallo specchietto retrovisore le foglie rosse alzate dal nostro passaggio.
Benarrivato autunno!
Denis Secco (mastro casaro della Speloncia) mi fa una sorpresa ed è lì ad attenderci al negozio. Doveva essere una sosta di 15 minuti, invece più di qualcuno a casa inizierà a farsi il formaggio da sé.
Il tempo tiene, nessun cambio programma, si scende al Lago del Corlo, poi via a Valstagna e su per la tortuosissima strada.
Siamo all’imbrunire e appena entriamo nella nebbia si fa notte.
In lontananza di tanto in tanto si intravede una luce. Eccolo, l’albergo Marcesina!
Siamo a tavola è un primo giro di impressioni è molto positivo.
Spero siano stati sinceri.
Menù della cena, giusto per far morire d’invidia chi non c’era…………
Polentina calda con soppressa e porcini freschi
Ravioli al nero di seppia ripieni di carne su vellutata di porri (10 e lode)
Strangolapreti con stravecchio di Malga Scura (10)
Piatto Marcesina (polenta, Tosella con lardo croccante, finferli e salsiccia al merlot) (10 e lode)
Dolcetto al cioccolato con pere e salsa di more (11…)
Alle 23 lasciamo la sala da pranzo. Si esce ad ascoltare l’assoluto silenzio di questo posto.
Buonanotte mototuristi.
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